Pannolini più cari del mondo, non lo avremmo mai detto e invece anche in questo caso tocca all’Italia il primato più triste. Ebbene sì, l’Italia è il Paese che spende di più nell’igiene intima dei neonati soprattutto nei primi mesi di vita: prima della nostra Penisola ci sono solo gli Stati Uniti che superano l’Italia solo di pochi centesimi.
Spesa minima per l’igiene dei neonati
Pannolini più cari del mondo, è l’Italia ad avere il primato dopo gli USA. Una famiglia italiana infatti spende in media circa 327 euro al mese solo per pannolini, salviettine intime e pasta emolliente per i propri figli appena nati: ci sono attualmente dei bonus che possono far fronte a queste ingenti spese come l’assegno unico familiare ma anche il contributo pannolini che però riguarda soltanto quelli lavabili, sicuramente più ecologici e attenti al Pianeta ma che possono risultare scomodi e poco pratici per molte famiglie, soprattutto se si è lavoratori e impegnati per molto tempo fuori casa. Attualmente infatti per quanto concerne i pannolini, non c’è un vero e proprio bonus anche se è stato presentato recentemente un emendamento dal ministro Fontana, il quale richiede la possibilità di portare in detrazione le spese sostenute per i pannolini, sia monouso che riutilizzabili. La detrazione sarebbe del 19% su un tetto massimo di 1.800 euro, quindi per un importo massimo di 114 euro: non una somma grandissima sicuramente, però unita ad altre detrazioni non è da scartare per far sì di risparmiare qualcosa anche sulla spesa dei pannolini; è difatti un aiuto che tante famiglie apprezzerebbero, soprattutto perché di pannolini se ne consumano tanti e non sempre sono così economici.
Il perché del costo elevato
La domanda che in molti si pongono è perché nel nostro Paese il prezzo sia così alto e da quale fattore dipenda una differenza tanto marcata: la risposta potrebbe essere che si tratta di un tema di concorrenza ovvero quanto maggiore è la competizione, tanto più i prezzi tendono a calare. Da noi il mercato è dominato da due brand: Pampers, che fa capo a Fater Group, e Huggies, in portafoglio a Kimberly-Clark. Gli altri marchi tendono a presidiare delle nicchie e/o a specializzarsi in categorie mirate e settoriali come ad esempio la tipologia di salviettine antibatteriche ed è così che in questo quadro, le marche private che hanno un prezzo in media più basso, non riescono sempre a imporsi. Il motivo è da ricercare nella scelta dei genitori: soprattutto nel caso del primo figlio e dei primi mesi di vita del bambino infatti, i genitori tendono a privilegiare i marchi più noti e conosciuti che appaiono più rassicuranti e di qualità di quelli sottomarca. Un altro elemento che potrebbe avere inciso sui risultati dello studio sono le tasse: l’aliquota infatti è recentemente scesa dal 10 al 5%, dato non sottovalutare nella ricerca e che potrebbe far scendere di qualche grado la posizione dell’Italia in merito al caro pannolini.