Riforma fiscale sindacati Palazzo Chigi. ll disegno di legge per la riforma fiscale dovrebbe approdare in consiglio dei Ministri la prossima settimana. Salvo cambi di rotta dell’ultimo minuto, dovrebbe essere diviso in 22 articoli e 5 parti e presentarsi come una delega per la “revisione del sistema tributario” da approvare entro l’anno. Domani il Governo incontra le parti sociali per trovare la quadra sui provvedimenti.
Riforma fiscale, cosa prevede la bozza del disegno di legge
Il testo è per ora in fase di bozza, ma alcuni ponti dovrebbero essere ormai certi. Una delle misure su cui si concentra l’attenzione è la nuova Irpef, l’mposta sul reddito delle persone fisiche, che dovrebbe prevedere una graduale riduzione fino ad arrivare ad un sistema ad “aliquota impositiva unica”, ovvero la tanto dibattuta Flat Tax. In una prima fase intanto, si passerà da 4 a 3 scaglioni, e dovrebbero essere previste aliquote più basse. Le ipotesi allo studio sarebbero in realtà due: da un lato un sistema con rate al 23%, 33% e 43% e dall’altro con il secondo scaglione al 27%. La prima alternativa sarebbe più economica per le casse dello Stato, la seconda potrebbe costare fino a 4 miliardi in più (10 miliardi in totale). C’è poi la riduzione dell’Iva: l’obiettivo dovrebbe essere quello di renderla intanto omogenea per i beni e servizi di maggior rilevanza sociale. Per alcuni come per la pasta, per il latte e per il pane potrebbe essere portata anche a zero. Nella bozza della riforma fiscale ci sarebbe poi spazio per uno stop graduale dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Si starebbe discutendo infinte dell’ipotesi di una doppia aliquota per quanto riguarda invece l’Ires, l’imposta sui redditi delle società: l’obiettivo è favorire la capitalizzazione delle imprese italiane, e premiare chi investe in nuova occupazione e beni innovativi.
Riforma fiscale, le prime reazioni delle associazioni di categoria
“Aspettiamo di vedere il testo finale, ma sembra che vada nella giusta direzione”. E’ il commento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Misure che raccolgono dunque il plauso di diverse categorie, ma la bocciatura della Cgil, che spinge sul Governo perché si faccia una mediazione. Un invito che sembra esser stato raccolto da palazzo Chigi, che ha fissato per domani il primo incontro con le rappresentanze sindacali e mercoledì quello con gli ordini professionali e associazioni di categoria.