ChatGPT metterebbe a grave rischio i dati sensibili aziendali. E’ questa l’ultima notizia legata al mondo alla rinomata Chat Generative Pre-trained Transformer, sviluppato da OpenAI, indifferentemente se si tratti di Meta, di Microsoft o di piccole aziende. Questa nuova frontiera dell’intelligenza artificiale sta attirando l’attenzione di moltissime società, i quali ne osservano molto da vicino la sua rapida ed improvvisa espansione.
ChatGPT, attenzione ai dati sensibili
Come spesso accade in questi casi, però, non è tutto oro quello che luccica. Stando a quanto riportato da una ricerca di Cyberhaven Labs, risulta “che moltissimi dipendenti di diverse corporazioni starebbero facendo trapelare (e quindi compromettendo) i dati sensibili aziendali tramite l’utilizzo quotidiano di ChatGPT”. Entrando ancora di più nello specifico, poi, possiamo vedere come oltre 1.6 milioni di dipendenti di diverse aziende abbiano fatto uso, almeno per una volta, del server. Di questa fetta di persone, solamente il 5,6% lo avrebbe utilizzato durante l’orario lavorativo, con il 5% di loro che avrebbero fornito i dati sensibili della propria azienda alla Chat.
In realtà la fuga di dati sensibili non è una cosa nuova, soprattutto in questo ambito, basti pensare che in molteplici occasioni e pressoché ogni giorno, tali informazioni vengono manipolate in rapporti di quantità ben maggiori. La questione che, però, sta preoccupando, e non poco, è il fatto che ChatGPT utilizzi tali dati sensibili per costruire la propria base di conoscenza, andando quindi a condividere con tutti i suoi fruitori le varie notizie acquisite.
Gli analisti di Cyberhaven riferiscono che meno dell’1% (0,9%) dei dipendenti è responsabile dell’80% delle fughe di notizie causate dall’immissione di dati aziendali nel chatbot. Questa percentuale potrebbe aumentare rapidamente nei prossimi mesi con l’integrazione della tecnologia in più servizi. “Ciò, tuttavia, va a scontrarsi con la percezione, sia dei dipendenti che delle aziende stesse, che l’utilizzo di ChatGPT incrementi notevolmente la produttività sul luogo di lavoro“.
Insomma, una situazione decisamente delicata, che potrebbe giocare brutti scherzi.