Giancarlo De Sisti compie 80 anni. Auguri mitico Picchio, capitano di quella meravigliosa Fiorentina che vinse lo scudetto nella stagione ’68-69 mostrando al calcio italiano come si possono ottenere grandi risultati con pochi soldi ma con tanta programmazione. Con Ciccio Esposito e Claudio Merlo formava un centrocampo di quantità e qualità. Picchio sbagliava un passaggio a campionato ed è stato un maestro per quelli della mia generazione, simbolo di un calcio bello da vedere e da raccontare. Regista della Nazionale campione d’Europa 1968 e vicecampione del mondo 1970 con un cruccio, la finale persa con il Brasile. Ma quella era la nazionale di Pelè. Imbattibile.
Tra Rivera e Mazzola il ct Valcareggi sceglieva Picchio
Per far giocare De Sisti il commissario tecnico della nazionale Ferruccio Valcareggi arrivò a mettere in discussione Rivera e Mazzola. Uno dei due fuoriclasse giocava e l’altro stava in panchina ma la maglia numero 10 era sempre per Picchio. “Ho sempre accettato tutte le critiche, ma di una cosa sono certo: dal punto di vista tattico avevo pochi rivali – ha raccontato al Corriere dello Sport -. Arrivai in azzurro in un momento storico. Diventammo campioni d’Europa dopo trent’anni che non si vinceva nulla. Il più grande rimpianto della mia vita di giocatore resta la finale persa con il Brasile. Certo, era dura battere una squadra di quel livello e con Pelé che faceva qualsiasi cosa, anche colpire di testa. Ma qui viene fuori l’incontentabile che è dentro ciascuno di noi”.
Per poco non riesce a vincere lo scudetto anche da allenatore sulla panchina della Fiorentina. All’ultima giornata successe un po’ di tutto e il campionato lo vinse la Juventus ma questa è una storia mentre Picchio De Sisti è una leggenda.
Stefano Bisi