Cate Blanchett Oscar 2023, sta facendo molto parlare di sé l’attrice australiana in queste ore per via di un curioso quanto vistoso nastro azzurro portato durante la cerimonia. La donna, d’altronde, è Ambasciatrice di Buona Volontà dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e la notte è stata l’occasione ideale per mandare al globo intero un messaggio di solidarietà contenuto appunto in un fiocco azzurro realizzato a mano proprio dai rifugiati accolti nelle società. Non era da sola in questa iniziativa lodevole: insieme a lei, tanti altri nomi agli Academy Awards hanno aderito alla campagna #WithRefugees.
Cate Blanchett Oscar 2023, il fiocco
Tanto lusso sul carpet color champagne della 95esima edizione degli Academy Awards. Eppure, in mezzo alle stoffe pregiate degli abiti confezionati su misura dagli stilisti per le star, si è fatto notare un dettaglio azzurro comune a diversi invitati al Dolby Theatre di Los Angeles, su abiti da donna e da uomo e con la Blanchett sugli scudi. Lo racconta così il blog di settore Latanadelcobra:
“Si tratta di un nastro che ricorda un tema importante, quello della crisi dei migranti in tante zone del mondo e dei loro diritti spesso calpestati: è infatti il fiocco blu dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Principale ambasciatrice della causa, e non solo agli ultimi Oscar, è stata Cate Blanchett, candidata alla statuetta di Miglior attrice protagonista per il suo ruolo in “Tár”. Blanchett, 53 anni, indossava un abito su misura Louis Vuitton, bicolor, azzurro e nero. Il fiocco della campagna #WithRefugees, per quanto ton sur ton, riusciva comunque a farsi notare e a ricordare un messaggio di solidarietà.”
Le dichiarazioni
La ragione per cui l’artista di Melbourne ha deciso di farsi vettore del messaggio l’ha svelata lei stessa con queste parole:
“Quando ho incontrato dei rifugiati in posti come il Libano, la Giordania, il Bangladesh, nel Regno Unito o nel mio Paese in Australia. Ciò che più mi ha scosso non è stata la loro diversità, ma al contrario la quantità di cose che abbiamo in comune.”
La stessa spilla era comparsa anche sull’abito scelto per la sua partecipazione ai BAFTA, che era un look firmato Maison Margiela già sfoggiato agli Oscar del 2015. In merito:
“A proposito di BAFTA, ai premi della British Academy of Film and Television che si sono svolti a febbraio Jamie Lee Curtis ha suggerito un modo alternativo di portare il fiocco azzurro in sostegno dei rifugiati, non più come una spilla ma come un anello. La 64enne americana, che ieri ha ricevuto l’Oscar come Miglior attrice non protagonista in “Everything Everywhere All at Once”, non aveva mancato di sottolineare, proprio ai BAFTA, il ruolo della collega Cate Blanchett nella diffusione della battaglia.”
Il fiocco azzurro agli Oscar
Tornando alla cerimonia dei 95esimi Academy Awards, Cate Blanchett non è stata l’unica ad accendere i riflettori sulla questione dei rifugiati. Lo hanno fatto anche:
- Bill Nighy, alla prima nomination per la sua interpretazione nel film “Living”
- Edward Berger, premiato come regista di “Niente di nuovo sul fronte occidentale”
- l’attrice di “Triangle Of Sadness” Dolly De Leon, che ha appuntato il fiocco azzurro sul suo completo nero con accessori rossi di Philosophy by Lorenzo Serafini.
Chi è
Ecco come recita la biografia ufficiale di Cate Blanchett:
“Catherine Elise Blanchett, detta Cate (Melbourne, 14 maggio 1969), è un’attrice e produttrice cinematografica australiana con cittadinanza statunitense.
Formatasi professionalmente in patria, si è imposta all’attenzione internazionale per il ruolo di Elisabetta I d’Inghilterra in Elizabeth (1998), per il quale ha ottenuto la sua prima candidatura agli Oscar.
Nel 2005 ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione di Katharine Hepburn in The Aviator di Martin Scorsese, mentre nel 2014 si è aggiudicata l’Oscar alla miglior attrice per Blue Jasmine di Woody Allen. Così facendo, è diventata una delle sette attrici nella storia (insieme a Helen Hayes, Ingrid Bergman, Maggie Smith, Meryl Streep, Jessica Lange e Renée Zellweger) ad avere vinto il premio Oscar sia come migliore attrice protagonista sia come migliore attrice non protagonista; contestualmente è diventata la prima persona di nazionalità australiana ad avere vinto due Premi Oscar nelle categorie riservate alla recitazione. Nel 2020 è stata presidente della giuria del Festival del Cinema di Venezia.[4]
Considerata una delle migliori attrici della sua generazione, è stata candidata in totale otto volte agli Oscar, la quarta attrice in assoluto più candidata della storia del premio (record condiviso con attrici del calibro di Glenn Close, Judi Dench e Geraldine Page): ha ricevuto la nomination anche per Diario di uno scandalo (2006), Elizabeth: The Golden Age (2007), Io non sono qui (2007), Carol (2015) e Tár (2022). Il suo impegno nell’industria cinematografica è stato premiato con numerosi altri riconoscimenti, tra cui quattro Golden Globe, quattro premi BAFTA, tre Screen Actors Guild Awards, tre Critics Choice Awards, due Coppa Volpi e il BFI alla carriera. Tra le onorificenze nazionali, è stata insignita del titolo di cavaliere dell’Ordre des arts et des lettres dal governo francese nel 2012 e di quello di compagno dell’Ordine dell’Australia per i servizi resi in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell’ambiente, quest’ultimo consegnatole dalla Regina Elisabetta II del Regno Unito.”