Denuncia social per Francesca Fantuzzi, moglie di Domenico Berardi. Era in corso la sfida fra Roma e Sassuolo quando la moglie del capitano neroverde pubblica una storia su Instagram dove mostra un messaggio ricevuto da un tifoso giallorosso che scrive “chissà se nascerà, a volte non succede” alla ragazza che replica con un “Complimenti! Sei pure un padre! No comment! Ma la vogliamo smettere?”. Non è la prima volta che la compagna dell’attaccante denuncia sui social coloro che la insultano mettendo in mostra il nome dell’autore.

Un insulto becero per una coppia che ha da poco annunciato l’attesa per il secondo figlio, come se poi sfogarsi con la moglie riuscisse a far sfogare le frustrazioni. E chissà quanti altri messaggi avrà ricevuto di questo tenore visto che non è nemmeno la prima volta che succede con tifosi giallorossi. Sembra esserci un conto aperto con Domenico Berardi. Infatti, erano arrivate minacce e auguri di morte nei suoi confronti anche lo scorso anno dopo Sassuolo-Roma con la moglie che aveva nuovamente pubblicato screenshot beceri.

A scatenare l’ira dei tifosi giallorossi è stato il risultato che ha visto la squadra emiliana corsara allo stadio Olimpico contro gli uomini di Mourinho in una gara che poteva consegnare alla Roma il secondo posto in classifica. Oltre alla frustrazione della sconfitta, sta facendo discutere il contatto fra Kumbulla e proprio Berardi che ha portato all’espulsione del difensore albanese. Dopo una mischia in area il capitano neroverde provoca con grande malizia l’avversario che reagisce nel peggiore dei modi rifilandogli un calcio. L’arbitro Fabbri, richiamato dal Var, non può che tirare fuori il cartellino rosso per il difensore capitolino e assegnare il calcio di rigore al Sassuolo che Berardi segnerà.

Se l’insulto non è possibile da giustificare in nessun modo, va detto che il capitano del Sassuolo non è nuovo ad atteggiamenti in campo che innervosiscono arbitri e avversari. Carattere esuberante che si lascia andare spesso e volentieri a proteste plateali condite da atteggiamenti borderline verso altri giocatori. Non è un caso che in 287 presenze in Serie A ha collezionato 76 cartellini gialli e sei cartellini rossi, numeri decisamente troppo alti per uno che di mestiere fa l’attaccante.

L’ultima denuncia dopo il Milan

Sono passati nemmeno due mesi dall’ultima volta che la moglie di Berardi aveva dovuto subire lo stesso genere di insulti. Il Sassuolo aveva appena sbancato lo stadio San Siro battendo il Milan per 5-2, per festeggiare la vittoria la Fantuzzi ha postato una foto con il numero 5 e l’immagine della tv sintonizzata sulla partita. Si va da “crepate” a “se vedo tuo marito lo uccido” passando per “cornuta”. Tutti messaggi che la moglie di Berardi ha pubblicato sul suo profilo Instagram aggiungendo un commento: “saranno presi provvedimenti legali”.

Appoggio alla famiglia del proprio capitano, arrivò anche il comunicato del Sassuolo: “Il Sassuolo Calcio si schiera a fianco di Domenico Berardi e sua moglie Francesca. A loro va la solidarietà piena e il supporto totale contro chi minaccia e offende tramite i social network. Stop alla violenza via social!”.

Pochi giorni dopo proprio Francesca Fantuzzi aveva spiegato al Corriere dello Sport di essere spaventata: “Da mamma, da moglie, da donna, semplicemente da essere umano dico: ho paura. Il nostro club inteso come proprietà, dirigenza e compagni, ci è stato e ci è accanto. Ma anche giocatori di altre squadre con le loro famiglie ci hanno manifestato sostegno e ci siamo confrontati su quello che purtroppo è un male comune”.

Arrabbiata, senza dubbio. La cosa che mi fa più rabbia è che chi denuncia viene accusato di esagerare: “Eh che sarà mai…”. Mi fa arrabbiare che certi insulti o minacce possano essere ricevuti senza problemi anche da ragazzi normalissimi, nel senso di non conosciuti. E mi dispiace che non si stia facendo niente, o si stia facendo poco, per tutelare i giovani. Vedo un mondo grigio: fino a quando i social permetteranno di creare dei profili falsi ognuno si sente libero e sereno di fare qualsiasi cosa, senza metterci la faccia. E spesso queste denunce finiscono nell’anonimato. Denunce che noi faremo, però. Se ne parla, ma non ci si è mossi davvero in maniera concreta e definitiva. Continuerò a fare questa battaglia per dire basta, non è normale. Ci sono davvero dei massacri, si è perso un po’ il senso”.

“Vedo un mondo avanzare velocemente, senza regole in un universo web spartano, con troppa libertà. Ognuno deve dire o fare ciò che gli pare, ma se offendi o minacci non è concepibile. Quando vedo mio figlio e penso che tra dieci anni avrà un telefono in mano e potrà essere anche lui oggetto di insulti sto male. Chi denuncia quasi sempre viene ignorato o non arriva a nulla. È tempo di finirla, di fare qualcosa” conclude Francesca Fantuzzi.