Vincitore del Nobel per la letteratura nel 1994 e sostenitore delle campagne contro il nucleare e della costituzione pacifista, Kenzaburo è morto il 3 marzo ma la famiglia ha dato l’annuncio stamattina per poter svolgere i funerali in forma privata.
Morto Kenzaburo Oe, il Nobel giapponese capace di raccontare il suo Paese
Romanziere ed attivista: queste le due anime di Kenzaburo Oe, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1994-il secondo giapponese ad essere insignito di questa onorificenza dopo Kawabata nel 1968. Nato in un piccolo villaggio della prefettura di Ehime, perse il padre di Oe morì nella guerra del Pacifico. Fu la madre di Oe a farlo appassionare alla letteratura comprandogli libri come “Le avventure di Huckleberry Finn” e “Il viaggio meraviglioso” di Nils Holgersson. All’età di diciott’anni si trasferì a Tokyo per studiare letteratura francese e lì si laureò nel 1959 con una tesi su Jean-Paul Sartre. Tra le sue prime due opere ci sono” Una delle sue prime opere, il racconto “Animale d’allevamento”, un racconto pubblicato nel 1958 che vinse il prestigioso Premio Akutagawa e Seventeen del 1961,un libro sull’estremismo nazionalista di destra.
“Un’esperienza personale” del 1964 prende spunto dalla vicenda personale di Oe-che un anno prima ebbe un figlio affetto da una lesione cerebrale- dove narra la storia di un padre che rifiuta la menomazione del figlio, il libro era concepito come un’accusa contro i pregiudizi nei confronti dell’handicap. Nel 1967 vinse il Premio Tanizaki con Il grido silenzioso, nel 1973 il Premio Noma e nel 1982 il Premio Yomiuri-bungaku.
I temi di Oe
I temi trattati da Oe sono vasti e vanno dall’aperta critica alla società giapponese, passando per l’impatto della disabilità nella vita di una persona, l’estremismo politico e il contrasto tra provincia e città. Proprio quest’ultimo tema è trattato in maniera anticonvenzionale. Il suo ultimo romanzo arrivato in Italia è stato “La foresta d’acqua” nel 2009 assieme al racconto “Il bambino scambiato”, da dieci anni l’attività dello scrittore vincitore del Nobel per la letteratura si è completamente interrotta: l’ultimo romanzo risale al 2013 e da lì non sono seguite ulteriori pubblicazioni.
La vittoria del Nobel
Nel 1994 Oe vinse il premio Nobel per la letteratura e fece un discorso sul suo Paese prendendo spunto da quello del connazionale Kawabata-vincitore del premio nel 1968. Oe scelse come titolo “Il Giappone, l’ambiguità ed io” giocando sul doppio senso che la frase ha nella sua lingua natia, dove mette in luce le grandi differenze tra sé e Kawabata. Se il secondo era legato a concetti di bellezza e di espressione tradizionali, il primo è molto più critico contro la società nipponica.
L’attivismo di Oe
Oe era un convinto sostenitore della costituzione pacifista giapponese e contrario al nucleare. Nel 1965 pubblicò “Note su Hiroshima”, un libro nato 18 anni dopo il 6 agosto 1945: per scriverlo Oe si recò a Hiroshima per incontrare i sopravvissuti. Dopo i fatti di Fukushima del 2011, ha esortato l’allora primo ministro Yoshihiko Noda a fermare i piani per riavviare le centrali nucleari e abbandonare definitivamente quella fonte di energia. Nel 2012, dopo un aumento del 20% dei suicidi in Giappone, lanciò un appello antinucleare e un anno dopo incontrò Noam Chomsky. Oe affermò dopo il disastro di Fukushima che il Giappone aveva la responsabilità etica di abbandonare l’energia nucleare come aveva rinunciato alla guerra secondo la sua Costituzione del dopoguerra. Nel 2013 organizzò una manifestazione di massa a Tokyo contro il nucleare. Fu inoltre estremamente critico verso la modifica dell’articolo 9 della Costituzione, che rinuncia per sempre alla guerra. Oe è morto il 3 marzo 2023 ma la notizia della sua morte è stata diffusa oggi in modo da poter celebrare in via privata il funerale.