Alarm Phone cos’è. Nelle ultime ore non si fa che parlare dell’emergenza migranti nelle acque del Mar Mediterranneo e così si discute anche di Alarm Phone, la Ong che allerta in merito ai soccorsi in mare e composta da una folta rete di attivisti. Da qualche ora si trova anche in tendenza su Twitter: ma perché? Tutta colpa di un post in cui annuncia il ribaltamento del barcone al largo della Libia con 47 persone a bordo, affermando che “le autorità erano informate dell’urgenza e della situazione di pericolo. Le autorità italiane hanno ritardato deliberatamente i soccorsi, lasciandole morire“.

In un tweet di Alarm Phone pubblicato la mattina di domenica 12 marzo diceva che le persone in difficoltà sul barcone che arrivava dalla Libia hanno chiamato di nuovo la Ong. “Più di 24 ore dopo il nostro avviso iniziale alle autorità, sono esausti e ancora in mare, a combattere il vento e le condizioni meteorologiche avverse. Esortiamo le autorità a coordinare un salvataggio il prima possibile e portare le persone in salvo in Italia!“.

Solo qualche ora prima – nella notte – aveva twittato: “Abbiamo perso i contatti con le 47 persone e siamo molto preoccupati! La cosiddetta guardia costiera libica ci ha detto che le autorità italiane avrebbero coordinato i soccorsi ma non danno alcuna informazione. Le persone devono essere salvate e portate in salvo in Europa ora“. 

Alarm Phone cos’è e come funziona

Alarm Phone di Watch The Med è nato nell’ottobre del 2014 da reti di attivisti e rappresentanti della società civile in Europa e Nord Africa. “Dopo il naufragio di Lampedusa ci siamo resi conto di quanto fosse importante il ruolo che la società civile ha nelle operazioni di salvataggio. Non tanto in termini pratici, quanto di controllo della . All’inizio eravamo una trentina, oggi siamo un centinaio“, ha dichiarato Lorenzo Pezzani, ricercatore di stanza a Londra che si occupa di migrazioni, qualche tempo fa al Corriere della Sera. Non solo monitoraggio, ma nel corso degli anni è arrivata anche una linea telefonica autorganizzata per rifugiati in difficoltà nelle acque del Mar Mediterraneo.

Si tratta di un vero e proprio ponte tra il mare e chi è a capo delle operazioni di salvataggio. “E quando riceviamo un SoS lo trasmettiamo a tutte le autorità competenti“, ha aggiunto sempre al Corriere Maurice Stierl, research fellow all’università di Warwick in Gran Bretagna e volontario per Alarm Phone.

Emergenza nel Mediterraneo, ripresi i contatti con il barcone che ospitava 47 migranti

In merito a quanto accaduto al largo della Libia è arrivata la conferma da parte delle autorità italiane: 30 migranti sono dispersi, mentre altre 17 persone sarebbero state soccorse. Lo ha fatto sapere la Guardia Costiera, aggiungendo che sono in corso le operazioni di ricerca dei migranti scomparsi “con l’ausilio dei mercantili presenti in zona, con ulteriori due mercantili che stanno raggiungendo l’area di ricerca e col sorvolo di due assetti aerei Frontex“.

Quando raggiungiamo di nuovo il centro nazionale di coordinamento di soccorso (Mrcc) italiano con la domanda su chi assumerà il coordinamento e la responsabilità delle persone, l’ufficiale responsabile riattacca. Le persone devono essere salvate ora prima che altre persone muoiano cercando di mettersi in salvo. L’Italia ei Paesi Ue devono assumersi la responsabilità del soccorso in mare e proteggere la vita delle persone in movimento. Ora, immediatamente, in questo caso. In generale, in ogni caso“, ha concluso la Ong.