Accompagnamento Inps bambini con diabete. In arrivo una novità che sicuramente farà piacere a tutti i genitori e/o tutori di bambini con il diabete: sarà disponibile, infatti, l’indennità di accompagnamento Inps per i piccoli insulino-dipendenti. Come fa sapere la Cassazione il fatto che questi bimbi conducano una vita normale nonostante l’enorme problematica non fa venire meno loro il diritto di avere un aiuto costante per assumere l’insulina fin quando non saranno capaci di comprendere la “necessità dell’atto terapeutico” e quindi procedere in totale autonomia.

Non a caso proprio una donna aveva fatto ricorso alla Cassazione perché le era stato negato un aiuto da parte dell’Inps e perciò tutti i giorni era costretta ad assentarsi dal luogo di lavoro per andare a scuola dalla figlia e per l’appunto darle l’insulina di cui aveva bisogno.

Accompagnamento Inps bambini con diabete: il caso della mamma che ha cambiato tutto

La signora in questione si era vista negare l’indennità di accompagnamento a favore della figlia, colpita da diabete mellito a soli tre anni. Secondo il tribunale di Sondrio che ha emesso la sentenza nel 2020 la bimba “pur bisognosa di quotidiane somministrazioni di insulina da parte della madre prima con penna insulinica, poi con Pod mediante caricamento ad attivazione, non era incapace di compiere autonomamente gli atti della vita quotidiana“.

E così la donna si è rivolta alla Suprema Corte sostenendo che il tribunale aveva “erroneamente negato l’indennità di accompagnamento a dispetto della necessità di un aiuto permanente per il compimento di un essenziale atto quotidiano della vita, come la somministrazione d’insulina“.

I supremi giudici – ordinanza 7032, Quarta sezione civile – hanno dato ragione alla mamma in quanto “l’incapacità richiesta per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento non è commisurata al numero degli elementari atti giornalieri, ma alla loro incidenza sulla salute del malato e sulla sua dignità come persona“. La signora chiede l’indennità per il periodo che va dal 2015 al 2018, ossia quando la piccola frequentava la scuola elementare e lei era costretta a lasciare il lavoro per raggiungerla. Con il passaggio alla scuola media inferiore la ragazzina ha iniziato ad utilizzare il mini Pod per caricare l’insulina e quindi erogare il farmaco senza bisogno di aiuto.

Secondo la Cassazione, l’impossibilità di compiere gli atti della vita di tutti i giorni deve essere intesa anche “alla luce dell’età, delle condizioni psicofisiche” del soggetto interessato che chiede l’accompagnamento e quando si tratta di bambini si deve considerare “quando ancora non possiedono «la capacità di intendere il significato, la portata, la necessità, l’importanza degli atti quotidiani la salvaguardia della propria condizione psicofisica“.

Bonus diabete, come funziona e come richiederlo

Effettivamente fino ad ora non era mai esistito un bonus diabete in senso stretto, ma alcune indennità, come quella richiesta dalla mamma protagonista della vicenda di cui vi abbiamo appena parlato. Per il diabete lo Stato riconosce una indennità di accompagnamento pari a 517,84 euro. Hanno diritto all’assegno mensile le seguenti categorie:

  1. Inabilità al lavoro tra 74 e 99 per cento;
  2. Età tra 18 e 66 anni e 7 mesi;
  3. Reddito personale (quindi non familiare) annuo non maggiore di 5.010,20 euro.

Per quanto riguarda l’aiuto alle famiglie dei pazienti, nel 1992 è stata varata la Legge 104, che prevede – come per altre malattie – agevolazioni lavorative per i familiari che richiedono assistenza e per gli stessi lavoratori con disabilità. Questi permessi, retribuiti, possono essere richiesti fino a tre giorni al mese o, in alcuni casi, anche fino a due ore di permesso giornaliero.

Per richiedere la pensione di invalidità civile di inabilità al lavoro bisogna inoltrare la domanda all’Inps, dopo la diagnosi effettuata dal proprio medico e da lui confermata con un certificato. Quest’ultimo deve essere inviata direttamente all’Inps per via telematica o tramite un patronato.