Quota 103, quanto si prende di pensione con quota 103? L’Inps è intervenuta a fissare il limite massimo dell’importo percepibile con la pensione anticipata che si consegue con l’età di almeno 62 anni unitamente a 41 anni di contributi versati e valida per tutto il 2023. Con la circolare numero 27 di ieri, 10 marzo, l’Istituto previdenziale ha dettato le istruzioni per l’applicazione dell’articolo 1, commi 283 e 284, della legge 29 dicembre 2022, numero 197 che riconosce, fino al 31 dicembre prossimo, la cosiddetta pensione anticipata flessibile. In particolare, la legge stabilisce che le pensioni fino a cinque volte l’importo del trattamento minimo fissato annualmente verranno limitate a tale valore finché non si raggiunge il requisito anagrafico valido ai fini della pensione di vecchiaia. Pertanto, raggiunto il traguardo dei 67 anni di età e maturati i requisiti del pensionamento di vecchiaia, l’importo spettante al pensionato sarà pieno e rivalutato nel tempo, come se i tagli applicati negli anni precedenti (dai 62 ai 67 anni) non fossero stati mai applicati.

Quota 103 quanto si prende di pensione anticipata? Istruzioni Inps

È arrivata la comunicazione dell’Inps per chiarire quanto si prende al massimo di pensione per chi esce da lavoro con la quota 103. L’Istituto previdenziale, infatti, con la circolare numero 27 del 10 marzo ha specificato che “il trattamento di pensione in esame è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente (2.626,91 euro lordi per il 2023), per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto ai requisiti ordinari previsti per la pensione di vecchiaia”. Pertanto, “il trattamento di pensione anticipata flessibile è riconosciuto per un valore lordo mensile massimo non superiore a cinque volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente, per le mensilità di anticipo del pensionamento rispetto al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico ai sensi dell’articolo 24, comma 6, del decreto legge numero 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge numero 214 del 2011”. Fino al momento in cui il pensionato con quota 103 non maturi i requisiti per la pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni, l’importo della pensione anticipata flessibile che viene pagata non può eccedere, in ogni caso, l’importo massimo mensile pari a cinque volte il trattamento minimo che viene calcolato annualmente. La stessa pensione di vecchiaia potrà subire modifiche nel requisito anagrafico a partire dal 1° gennaio 2025 sulla base dell’andamento della speranza di vita osservato nel biennio 2002-2023.

Cumulo contributi per arrivare alle pensioni anticipate flessibili 2023

Il tetto di assegno di pensione mensile fino a cinque volte il trattamento minimo per i pensionati con quota 103 sussiste anche nel caso di cumulo dei periodi assicurativi utile per raggiungere il requisito contributivo dei 41 anni per la pensione anticipata flessibile. A tal proposito l’Inps chiarisce che, ai fini del calcolo contributivo della quota 103, si possono prendere in considerazione e per intero tutti i periodi assicurativi presso due o più forme di assicurazione obbligatoria, gestite dall’Inps. Tuttavia, i periodi assicurativi che coincidono nel tempo devono essere considerati una sola volta per maturare il requisito valido ai fini della pensione anticipata flessibile. L’Inps chiarisce che, “In caso di coincidenza dei periodi assicurativi, ai fini del diritto, vanno neutralizzati quelli presso la gestione nella quale risultino versati o accreditati il maggior numero di contributi”. Peraltro, il ricorso al cumulo dei contributi può influire anche sulla decorrenza della pensione a quota 103. Infatti, la misura prevede una finestra temporale di tre mesi per i lavoratori del settore privato e gli autonomi e una di sei mesi per i dipendenti del pubblico impiego. In caso di cumulo contributi di differenti gestioni, prevale – ai fini del rispetto della finestra temporale – la gestione nella quale si trova iscritto il lavoratore al momento di andare in pensione.