Il mondo sa quello cosa sta succedendo in Georgia per un video spopolato sul web. Al centro del corteo si vede una donna che agita la bandiera dell’Unione Europea e al fianco altri manifestanti che la proteggono dal getto d’acqua gelata schizzato dalla polizia. Due notti di resistenza e proteste, una cinquantina di feriti e un centinaio d’arresti ma a qualcosa tutto ciò è servito. Il Parlamento georgiano ha annunciato la revoca della legge sugli ‘agenti stranieri’ che le opposizioni, la Ue e gli Usa denunciavano come un tentativo di mettere a tacere il dissenso, sul modello di una analoga normativa russa.

Cosa sta succedendo in Georgia? Il ritiro del disegno legge ‘agenti stranieri’

La maggioranza parlamentare ha ritirato dunque il disegno di legge che ricalcando la legge russa, prevedeva di registrare come agenti stranieri, e quindi di limitare, le attività di Ong e media che ricevono più del 20% dei finanziamenti da fonti straniere. “L’annuncio del ritiro del progetto di legge è buon segno, ora devono seguire passi legali concreti”, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell.

L’Unione europea plaude alla decisione, mentre la Russia si dice “preoccupata” per l’instabilità in un Paese ai suoi confini.

Intanto la guerriglia nelle piazze e in viale Rustaveli continua e a riecheggiare è il «No alla legge russa!» dato anche che il partito Sogno Georgiano che detiene la maggioranza assoluta nel Parlamento di Tbilisi e da sempre filo Nato e filo Ue, negli ultimi mesi ha chiaramente virato verso Mosca.

Una crisi che ricalca quella del 2014

Una nuova crisi si profila nella regione. In Transnistria, l’entità separatista filorussa in Moldavia, le autorità locali hanno denunciato un attacco terroristico in preparazione da parte dei servizi segreti di Kiev. Accuse che lo stesso apparato d’intelligence ucraino ha liquidato come una “provocazione orchestrata dal Cremlino”. Ma la popolazione non dimentica, che quindici anni fa, la Russia invase la Georgia in una guerra-lampo che sembrò il prologo della tragedia ucraina, così come non dimentica quei morti.