Circa millecinquecento persone hanno scelto di manifestare contro il carbonfossile e a favore dell’energia pulita. Le proteste contro il rigassificatore si piombino vedono infatti la partecipazione di diverse sigle e partiti politici, fra cui i sindacati, cobas, rappresentanti di studenti, M5S e varie forze della sinistra, oltre alle associazioni ambientaliste. Il loro è un no a favore delle rinnovabili e dei posti di lavoro che potrebbero crearsi in questa filiera.

La città è stata però blindata dalla questura, per evitare infiltrazioni che potessero guastare la manifestazione. Tutto è filato liscio e il corteo, tra bandieri, striscioni contro il rigassificatore e cori contro la Meloni e il presidente della Toscana Giani, è arrivato a Piazza Bovio, dove sono iniziati gli interventi, fra cui quello del sindaco di Piombino (sponda FdI), Francesco Ferrari.

Il primo cittadino però non ha potuto finire il proprio discorso a causa delle contestazioni di esponenti della sinistra, nonostante gli applausi che stavano giungendo da alcuni suoi concittadini e sostenitori. Il sindaco Ferrari, durante il suo discorso, ha spiegato come “i dubbi sollevati sul posizionamento del rigassificatore nel porto di Piombino sono diventati motivo di ricorso al Tar che ora vede un rinvio al 5 luglio, chiesto da Snam, e che ha fatto comprendere quante lacune documentali ci siano. Snam non ha ancora prodotto la relazione definitiva sulla sicurezza che è la condizione essenziale per un parere”. “Oggi per la prima volta questa è una piazza ideologica – ha detto ancora Ferrari -. Non entro nel merito delle posizioni dei manifestanti, che sono sempre legittime, ma della posizione del Comune e dei cittadini di Piombino contro ogni rigassificatore”

Proteste per il rigassificatore a Piombino, le scritte no vai contro Meloni e Giani

Alcuni ‘inconvenienti’ però sono avvenuti venerdì 10 marzo, alla vigilia delle proteste, quando alcuni ignoti hanno proiettato sulle mura del palazzo comunale, le facce del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il governatore della Regione Toscana, Eugenio Giani, con in fronte disegnata una svastica e le scritte “sono nazista e voglio imporre la dittatura nazisanitaria” e “il rigassificatore a Piombino è la frode di uno Stato assassino”. Un gesto da cui si sono totalmente dissociati gli organizzatori della manifestazione: “Apprendiamo dai giornali che sedicenti no vax hanno proiettato immagini della presidente Meloni e del presidente della Regione Toscana Giani con scritte inneggianti alla dittatura nazisanitaria. La Rete No rigass no gnl e la campagna Fuori dal fossile si dissociano fermamente”. 

Solidarietà nei confronti del premier Meloni e del presidente della Toscana Giani sono arrivate da Azione-Italia dei Valori, dissociandosi però dalla manifestazione contro il rigassificatore. “Bene – ha sottolineato Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia viva in Senato – che molti si siano dissociati dai violenti, ma resta un fatto: la manifestazione di oggi a Piombino è la negazione stessa dello sviluppo e il rifiuto della libertà economica su cui si basano le nostre democrazie occidentali. Gli estremisti ambientalisti, fra cui figura, voglio farlo notare, in un corteo in cui compare uno striscione della Federazione Anarchica, anche il M5s, utilizzano la scusa dell’ambientalismo per colpire la libertà economica. Ma la libertà economica significa anche libertà dell’individuo. Opporsi poi al rigassificatore significa mettere fine al percorso che porta all’autonomia energetica dell’Italia. Senza peraltro che questo comporti alcun vantaggio per l’ambiente”, conclude. 

Da segnalare, però, come i manifestanti abbiano voluto sottolineare la loro vicinanza a Cutro e ai parenti delle oltre 70 vittime, morte nel naufragio, con un minuto di silenzio, una volta arrivati a piazza Bovio