Con orario d’inizio fissato alle 14.30 è partito da Steccato di Cutro il corteo “Fermare la strage subito“, promosso da Rete Asilo, al quale hanno aderito decine di associazioni, partiti, sindacati e movimenti, per protestare contro le morti di migranti in mare dopo il naufragio dello scorso 26 febbraio.
Prevista ampia partecipazione, le stime parlano di diverse migliaia di persone in arrivo da tutta Italia. Presente anche l’ex sindaco di Riace Domenico Lucano, su cui pende l’accusa in primo grado di 13 anni per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Proprio quest’ultimo ha dichiarato:
Questa croce è il simbolo della sofferenza oggi. È istintivo essere qui. C’è una piccola comunità a Riace che è rimasta sconvolta. Certe volte ci penso e mi vergogno di essere un cittadino occidentale. Quando ci sono queste fasi emergenziali, le comunità calabresi sono scosse e prevale subito quello spirito di solidarietà che non dimostra il governo. Sono anni e anni che imperversano, che si tenta di colpevolizzare e di criminalizzare le Ong, i salvataggi, chi si occupa di solidarietà.
Mentre va in scena fino al lungo mare il corteo di solidarietà, identificate anche la 74esima e la 75esima vittima del naufragio: si tratta di una bambina di 6 anni (età approssimativa), la 30esima minore, e di un uomo adulto sui 40 anni. Gli operatori hanno recuperato il corpo di quest’ultimo che è stato portato a bordo della motovedetta nel porto di Le Castella a Isola Capo Rizzuto.
Manifestazione a Cutro, la vicenda si arricchisce di nuovi elementi
Continua dunque a far parlare di sé, nel bene e nel male, la strage di Cutro: dopo il consiglio dei ministri di giovedì e le successive polemiche per alcune foto di Meloni e Salvini, decine di associazioni hanno indetto una manifestazione di solidarietà in memoria delle vittime, davanti a cui torreggia la croce realizzata con i resti dell’imbarcazione su cui viaggiavano i migranti. Anche Cecilia Strada, presente alla manifestazione, ha espresso la sua delusione proprio in seguito ad un consiglio dei ministri che ha portato a ben poco:
Cosa si può fare? Si può fare massa critica e far sentire alle autorità la voce della società civile. Il Consiglio dei ministro a Cutro ci ha deluso tanto. Noi abbiamo presentato, insieme ad altre organizzazioni, un esposto alla Procura perché la magistratura faccia chiarezza sulle responsabilità anche dei ritardi nei soccorsi che hanno causato la morte di così tante persone. Noi le stiamo provando tutte davvero per far sì che la politica rinsavisca e torni a basare le proprie scelte sul rispetto della vita umana e della dignità di tutti gli esseri umani.
Lo scenario diventa ancor più complesso di fronte a un doppio esposto presentato alle procure di Crotone e Catanzaro. Il primo è stato siglato da 40 associazioni civili (ong comprese) affinché siano chiamate in causa come parti civili nell’eventuale processo. Ricordiamo che la Procura di Crotone ha già aperto un fascicolo a riguardo. Nelle motivazioni espresse, si legge che “un numero simili di vittime e dispersi merita chiarezza”: non manca nemmeno un appello all’Europa affinché “costituisca al più presto un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato e proattivo”.
Il secondo è indirizzato al procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, a opera del magistrato in quiescenza Rosario Russo, già sostituto procuratore generale della Cassazione. Anche qui la materia verte sull’accertamento relativo alla condotta della catena di comando dei soccorsi, che vede al vertice i ministri dei Trasporti Matteo Salvini e dell’Interno Matteo Piantedosi.