Marina Cuollo età, dettagli, curiosità sulla sua carriera e sulla sua vita privata. Domenica 12 marzo 2023 la vedremo ospite al programma Da noi a ruota libera. Scopriamo insieme chi è e quali sono state le tappe del suo percorso professionale, la sua formazione e le sue scelte da attivista.

Marina Cuollo età, biografia

Marina Cuollo nasce a Napoli nel 1981 e ha attualmente 42 anni. L’autrice, speaker radiofonica, autrice di podcast e content creator, è laureata in Scienze biologiche ed è dottore di ricerca in processi biologici e biomolecole.

Napoli è parte del suo cuore e del suo vissuto, tanto che l’autrice sente un legame fortissimo con la sua città: questo rapporto è testimoniato anche dall’uso del dialetto all’interno delle sue opere. Infatti, come la stessa autrice racconta, lei stessa tende ad usare il dialetto napoletano in numerosi contesti: “In famiglia, tra altre persone partenopee, sì, mi capita di usarlo. Sicuramente il dialetto fa parte del mio linguaggio. Io sento un legame fortissimo con la mia città.”

A oggi collabora con diverse testate, porta avanti una su Vanity Fair, sui social si concentra sulle discriminazioni, i pregiudizi, e la rappresentazione della disabilità in ambito mediale.

Il suo libro degli esordi è stato “A Disabilandia si tromba” ( Sperling & Kupfer) e ha preso parte al saggio “Anche questo è femminismo”, edito da Edizioni Tlon.
Il suo primo romanzo è stato Viola (Fandango).

Marina Cuollo malattia

Marina Cuollo ha la sindrome di Melnick-Needles, conosciuta anche come osteodisplasia di Melnick-Needles, una malattia rarissima, che conta un centinaio di casi in tutto il mondo. Per la prima volta, venne registrata nel 1966 da John C. Melnick e Carl F. Needles. Sono stati descritti circa 50 casi, la maggior parte dei quali è sporadica. La malattia è letale nei maschi e, di solito, riguarda il cromosoma X: il fenotipo è più lieve nelle femmine eterozigoti. Queste sono tutte dovute a mutazioni nel gene FLNA, che codifica per una proteina del citoscheletro, la filamina A.

La fisiopatologia della malattia non è ancora nota; la prognosi è variabile e dipende dal sesso e dai segni clinici presenti.

Marina Cuollo parla della sua sindrome in maniera ironica, non mancando di evidenziare le difficoltà affrontate nel suo percorso: “Uso la sedia a rotelle e di notte dormo abbracciata a un ventilatore polmonare, ma rompo ancora le scatole in giro. Capirai, dunque, che quando mi presento a qualcuno il taglio di capelli non è la prima cosa che si nota.”

Nonostante questo, non vuole assolutamente che le persone la trattino con compassione e, anzi, dedica il suo primo lavoro, A Disabilandia si tromba, a tutte quelle situazioni scomode e a quelle domande assurde che spesso il non-disabile medio fa alla persona disabile, mancando di sensibilità e di accortezza. Battute infelici e comportamenti imbarazzanti vengono messi alla berlina in un libro che parla di accettazione, di libertà e che punta a distruggere gli stereotipi.

Marina Cuollo viene da una formazione scientifica, ma ha deciso di dedicarsi all’attivismo, perché sentiva di aver bisogno di rispondere a tutto l’abilismo ricevuto: spesso, il corpo della persona disabile viene messo in primo piano, senza che vi sia rispetto o interesse per le emozioni e i pensieri che albergano al suo interno.

La necessità di fare luce su troppi stereotipi, allora, ha guidato Marina verso la sua carriera da autrice, attivista e content creator. In particolare, così la scrittrice racconta il suo percorso: “avevo bisogno di mettere per iscritto quel percorso di consapevolezza. Volevo farlo però con leggerezza e umorismo, ero stufa di tutta la narrazione pietistica, o viceversa eroica, che gira intorno alla disabilità. Ho cominciato un corso di scrittura per poi arrivare alla stesura di “A Disabilandia si tromba”, tutto il resto è un complemento a quella scrittura umoristica che è diventata un po’ la mia cifra.”

A sostenerla gli amici e la sua famiglia, la sua vera rete di salvataggio: “la mia famiglia è stata fondamentale per aiutarmi a diventare quella che sono, ma anche tutte le persone che ho incontrato durante il mio percorso di crescita, con cui ho creato legami importanti e che sono state in grado di mostrami una prospettiva diversa del mondo. Le persone che oggi costituiscono la mia rete di salvataggio per me sono essenziali.”

Vita privata

L’autrice è, infatti, molto legata alla sua famiglia e aveva un rapporto speciale con la madre, che era presente durante la stesura del libro Viola.

La donna è morta, prima del compimento dell’opera e Marina glielo dedica interamente, aggiungendo che “vive dentro di lei”.

“Purtroppo mia madre l’ho persa a causa del covid. È stato innegabilmente un periodo complesso e la scrittura di questo libro è stata per me fondamentale: è un elaborato che si porta dietro anche un lavoro personale…” dice durante un’intervista, prima di raccontare che era sicura che la donna avrebbe apprezzato sicuramente il suo lavoro: “Purtroppo mia madre non ha potuto vedere il compimento di questo libro, ma sono certa che l’avrebbe amato molto.”

Parte della sua famiglia sono anche gli adorati gatti Celestina e Arturo, che compaiono spesso sulla pagina Instagram dell’autrice.