Torna a parlare, Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna incarcerato in Egitto per dei post su facebook. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, il giovane ha parlato dopo la scarcerazione e del processo in Egitto in cui finalmente potrà difendersi da solo:
Dopo l’arresto tutto è cambiato. La mia storia è diventata un caso internazionale, soprattutto grazie alla mobilitazione dei cittadini italiani e bolognesi. Questa è stata la chiave per la mia libertà. Insieme ai miei legali, ho voluto spiegare punto per punto tutto quello che pensavo. È una grande soddisfazione, perché abbiamo lottato molto per arrivare a questo momento.
Nel corso della sua intervista, Zaki aggiunge poi che l’aiuto dei colleghi è stato fondamentale soprattutto dal punto di vista emotivo; in lui, difatti, da sempre viveva la consapevolezza che i suoi pari avrebbero lottato per il suo bene:
Sapevo che i miei colleghi universitari avrebbero potuto fare qualcosa di importante per la mia liberazione. Non avrei mai immaginato, però, di vedere migliaia di persone invocare a gran voce il mio nome per le strade di Bologna e dell’Italia intera.
Zaki torna a lottare per i diritti umani: “Non ho mai pensato di rinunciare”
Il ricercatore e attivista per i diritti umani, dopo due anni passati in carcere e con una mobilitazione nazionale in suo favore, adesso è sotto processo presso una Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori, sul Nilo. Nel suo ricordo, appare evidente l’emozione da cui fu travolto al momento della scarcerazione:
Quando mi hanno fatto sapere che sarei stato scarcerato mi sono paralizzato. Non ci volevo credere, non mi sembrava vero. Avevo paura un giorno di risvegliarmi in prigione. Insieme ai miei avvocati, ho voluto spiegare punto per punto tutto quello che pensavo. È una grande soddisfazione, perché abbiamo lottato molto per arrivare a questo momento.
Messo da parte lo shock legato ad un biennio emotivamente e fisicamente critico, Patrick Zaki è tornato a parlare di futuro facendo leva sulle certezze che hanno da sempre contraddistinto il suo percorso. Nelle sue parole risuona la voglia e la carica di tornare a lottare per i diritti umani come da tanti anni a questa parte:
Da sette anni porto avanti la mia battaglia per i diritti umani e non c’è mai stato un momento, prima, durante e dopo il mio arresto in cui io abbia pensato di rinunciare.
Dal canto suo, solamente una settimana fa era stato proprio Zaki ad evidenziare quanto il suo impegno sia spesso mosso e motivato dal calore delle persone come accaduto a Bologna; in quell’occasione, il ricercatore aveva scritto sui suoi social:
Ieri, ancora una volta, i cittadini di Bologna si sono presi Piazza Maggiore per mostrare la loro solidarietà verso di me. Non hanno mai perso l’occasione, sin dal primo momento, per sostenermi. Non posso esprimere a parole quanto io sia grato a tutti voi. Difenderò sempre i diritti umani, in qualsiasi circostanza. Vi sarò per sempre grato.
Intanto, l’appuntamento con la giustizia è fissato al prossimo 9 maggio, data in cui ci sarà l’udienza per il processo slittata già lo scorso febbraio.