Uscito sconfitto dall’Indian Wells contro il giapponese Taro Daniel, Matteo Berrettini – tennista italiano – si dice deluso dopo un torneo non proprio esaltante per l’italiano. Per il romano, una giornata da dimenticare con ben 50 errori, e tanta sfortuna durante l’anno a causa di innumerevoli infortuni. Il numero 3 d’Italia, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Ubitennis. Queste le sue parole:
Mi sono sentito anche io con parecchi alti e bassi, lui ha giocato una partita molto buona. Le condizioni erano molto pesanti e facevo fatica a fare gioco, a spingere, quando mi sono liberato mentalmente ho iniziato a fare meglio. Mi aspettavo che dal terzo iniziassi con un’energia un po diversa e non sono stato bravo abbastanza a stargli attaccato. Ho provato a lottare con quello che avevo ma non è bastato. Posso dire che fino all’ultimo punto sono stato attaccato.
Il tennista poi, ha spiegato degli infortuni passati:
Fisicamente sono a posto, è ovvio che quando ci si fa male poi la preparazione non è ottimale per il torneo, ma non ho perso per problemi fisici. Almeno un pro c’è.
Tennis, Matteo Berrettini racconta il match contro Taro Daniel
Tornando al match, il tennista romano ha poi voluto commentare nel dettaglio la partita di oggi, sottolineando anche la mancanza di fortuna in determinati momenti della gara:
Ci sono partite che sono un po’ stregate che quasi sempre avvengono nei momenti più complicati. Nel terzo set lui ha trovato due-tre cose che non so come ha fatto, mi sono accecato col lampione e non ho più visto. Il rimpianto è quello, ho provato a ritornare. Ho reagito, ho trovato le energie giuste nel secondo set, ma il tennis è fatto di alti e bassi. Ho avuto un attimo di basso a inizio terzo e il match è scivolato via.
Infine, una considerazione sul suo stato di forma e il rischio infortuni nel futuro:
Se ti alleni per non farti male ovviamente non giochi, ma se inizi a giocare e ti fai male… è complicato, ecco perché ho reagito così ad Acapulco. Probabilmente non saranno neanche gli ultimi infortuni visto quanto spingo il corpo al limite. Avevo fatto una buona preparazione, mi sentivo molto bene, pensavo di essermi fatto male abbastanza e sono andato in un buco nero e non sono più riuscito a giocare. Ora ho parlato con il mio team, hanno fiducia in me, in quello che ho fatto nella mia carriera. Bisogna continuare a credere nel percorso. Andrò a Miami, cercherò di mettere partite nelle gambe e non devo farmi mettere fretta e angoscia