A dodici anni di distanza, il Giappone commemora l’anniversario della tragedia che ha colpito Fukushima. Era l’11 marzo del 2011, quando un terremoto di magnitudo 9.1 scatenò uno tsunami di proporzioni gigantesche che si abbatté sulle coste nord del paese, andando a danneggiare la centrale nucleare, attiva, di Fukushima – Daiichi. Le vittime accertate furono poco meno di sedicimila e la maggior parte di loro perse la vita durante lo tsunami. In Giappone, sono ancora attive le ricerche di ben 2.523 persone che risultano tutt’ora disperse. Le prefetture più colpite furono Fukushima, Iwate e Miyagi, tutte sulle coste settentrionali.  

A queste vittime, vanno aggiunti i decessi legati ai disturbi mentali, arrivati subito dopo il disastro nucleare. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia per la Ricostruzione, queste persone sarebbero oltre 3.700. Un numero spropositato. Il giorno della tragedia si contarono quasi mezzo milione di sfollati, mentre ad oggi questo numero è progressivamente sceso. Ad oggi però, con 12 anni alle spalle, sono 31 mila i residenti che non sono riusciti a rientrare nelle loro case.

Anniversario Fukushima, i giapponesi chiedono di fare ritorno a casa

Il governatore di Fukushima Masao Uchibori, è pronto a impegnarsi così da far rientrare in prefettura tutte le persone che nel 2011 dovettero abbandonare le loro case. Queste le sue parole in conferenza stampa:

Continueremo a chiedere al governo di assumersi la piena responsabilità fino alla fine e di decidere finalmente per la completa revoca dell’ordine di evacuazione che ancora rende impossibile il rientro di migliaia di persone, ascoltando la volontà di tutti i comuni locali interessati

A dodici anni dal disastro, insieme al disastro di Černobyl’ del 1986, è l’unico incidente nucleare che è stato classificato come livello 7 della scala INES. Siamo al livello di gravità massima. Quella zona, circostante la centrale nucleare Fukushima 1 della Tokyo Electric Power Company Holdings, è interdetta all’uomo perché dannosa per la salute. Sono ben 300 km quadrati di superficie dove il governo giapponese ha spiegato che “sarà difficile che l’uomo ritornerà lì.”

Fukushima, i ritardi del piano del governo

A destare maggiori critiche sulla vicenda di Fukushima sono senza dubbio i ritardi nella gestione del piano previsto dal Governo e dalla Tepco che prevede il rilascio dell’acqua contaminata in mare in seguito alla depurazione della stessa. Il programma però sembra non avere una deadline certa anche perché le pressioni dei gruppi ambientalisti non favoriscono i flussi di smaltimento: stando ad alcuni gruppi come Friends of the Earth, ad esempio, il rilascio dell’acqua contaminata creerà gravi conseguenze a tutto l’ecosistema marino.

Dal canto loro, il governo e la Tepco rassicurano mostrando anche alcuni test che sorridono in questo senso all’ecosistema marino: negli ultimi tempi, l’acqua è stata rilasciata a piccole dosi in grosse vasche contenenti dei pesci che pare non abbiano riscontrato alcun segnale di intossicazione. Si tratta comunque di un’operazione davvero lunga che potrebbe concludersi tra molti anni, verosimilmente tra il 2041 e il 2051.

Al momento, ad un piano che ancora non convince l’opinione pubblica, va comunque correlato la progettazione di un impianto che necessiterà l’approvazione del governo giapponese soprattutto sotto il profilo