La pensione di vecchiaia 2023, è una prestazione economica ordinaria riconosciuta per l’impossibilità del lavoratore di proseguire la carriera lavorativa. Il trattamento viene attribuito a domanda, quando si raggiunge l’età pensionabile legata al requisito contributivo.
L’Ente nazionale della previdenza sociale, ovvero l’INPS procede al calcolo della pensione per i lavoratori dipendenti tenendo conto di un altro requisito abbinabile a quello anagrafico e contributivo.
La pensione di vecchiaia spetta a coloro che perfezionano i requisiti di età, di contribuzione e si trovano nella posizione di aver terminato l’attività lavorativa. I requisiti non sono uguali per tutti, ma possono variare in base al diverse circostanze, tra cui l’anzianità contributiva perfezionata al 31 dicembre 1995.
La prestazione economica viene riconosciuta ai lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), iscritti alla Gestione Separata e ai lavoratori iscritti ai fondi pensione esclusivi e sostituivi dell’AGO. Per quanto riguarda il biennio 2023/2024, il trattamento viene rilasciato a fronte di un'età anagrafica da 67 anni e un requisito contributivo di almeno 20 anni.
Come detto, i requisiti sono differenti in base all'anzianità contributiva maturata prima del 31 dicembre 1995 o successivamente con decorrenza dal 1° gennaio 1996.
Nel merito di quest'ultimo punto, è prevista un’anzianità contributiva minima di 15 anni.
In altre parole, sono previste deroghe in favore di coloro che maturano un'anzianità contributiva dal 31 dicembre 1995. In questo caso, i lavoratori possono accedere alla pensione di vecchiaia con un'anzianità contributiva ridotta, se rientrano nelle seguenti categorie di lavoratori:
Con un'invalidità riconosciuta nella percentuale dall’80% vengono presi in esame i requisiti in vigore con il decreto legislativo 503/1992, per cui la pensione di vecchiaia diventa accessibile a 55 anni (donne) e 60 anni (uomini), tenendo conto delle variazioni della speranza di vita e dell'applicazione della finestra mobile di 12 mesi.
A ogni modo, si tratta di una condizione cumulabile con il requisito contributivo in deroga previsto per 15 anni.
Per i lavori faticosi e pesanti, disciplinati dal decreto legislativo 67/2011, per cui entrano a regime le indicazioni promosse dall'INPS nella circolare I28 dicembre 2018, n. 126), se presente un'anzianità contributiva minima di 30 anni, non viene applicato l'adeguamento alla speranza di vita.
Per i lavoratori che hanno maturato un'anzianità contributiva con decorrenza dal 1° gennaio 1996, possono ottenere il diritto alla pensione di vecchiaia perfezionati i 67 anni di età e 20 anni di contributi, a condizione che la pensione venga liquidata tenendo conto di un importo non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.
Se, viene meno quest'ultima condizione, i lavoratori ottengono il diritto alla pensione di vecchiaia a 71 anni, variabile in base all'adeguamento alla speranza di vita, e perfezionati almeno 5 anni di contribuzione.
La pensione di vecchiaia viene richiesta a domanda, per i lavoratori che maturano i requisiti previsti dalla norma, il trattamento economico decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della richiesta.
La richiesta dovrà essere presentare al perfezionamento dei requisiti descritti nei paragrafi precedenti. La domanda potrà essere presentata in forma telematica direttamente dal sito istituzionale dell'INPS (se in possesso delle credenziali Spid, Cie o Cns). La richiesta per l'accesso al pensionamento può essere presentata anche attraverso caf o patronati.
A ogni modo, per maggiori informazioni si consiglia di consultare il Contact center al numero 803.164 (rete fissa), oppure, 06.164.164 da rete mobile.