È giallo a Casinalbo di Formigine, in provincia di Modena, dove il 40enne Alessandro Gozzoli, originario di Bazzano, nel Bolognese, è stato trovato morto in casa dalla sorella, nel pomeriggio di ieri, 10 marzo. Il suo corpo, secondo fonti locali, era legato con delle corde. Per questo gli inquirenti ipotizzano che possa essersi trattato di un gioco erotico finito male. Per il momento, comunque, non si esclude nessuna pista. Sempre in Emilia-Romagna, a Forlì e a Bologna, si continua intanto ad indagare sulla morte di due uomini i cui corpi sono stati rinvenuti senza vita in circostanze misteriose: si tratta del 57enne Luca Siluri e del 66enne aretino Paolo Borri. Su tutti i casi si cerca di fare luce.

Ragazzo morto Formigine: ipotesi gioco erotico finito male

Originario di Bazzano, in provincia di Bologna, Alessandro lavorava da anni in uno studio di Modena come consulente e si era trasferito a Casinalbo di Formigine proprio per avvicinarsi al luogo di lavoro. Chi lo conosceva lo ha descritto come una persona seria e affidabile, tranquilla e sempre sorridente. Per questo la notizia della sua morte in circostanze misteriose ha lasciato sconvolto tutti, inclusi i suoi vicini di casa. A fare la tragica scoperta, nel pomeriggio di ieri, 10 marzo, era stata la sorella, allarmata dai datori di lavoro di Gozzoli, i quali, non avendolo visto arrivare, avevano provato a chiamarlo diverse volte, senza ricevere risposte, e si erano preoccupati. Una volta arrivata, aveva provato a mettersi in contatto con lui, ma invano. Poi, dopo essere entrata nell’abitazione, lo aveva trovato morto nella sua camera, sdraiato sul letto, allertando le forze dell’ordine. La scena del ritrovamento è stata subito isolata e messa in sicurezza per consentire tutti i rilievi del caso. Per il momento, fanno sapere gli inquirenti, non si esclude nessuna pista. Sembra però che il corpo fosse legato con delle corde; ecco perché, tra le ipotesi, ci sarebbe anche quella di un gioco erotico finito male. Si indaga.

In Emilia-Romagna è giallo anche a Forlì e Bologna

Quello del 40enne trovato morto in casa nel Modenese non è l’unico giallo su cui gli inquirenti lavorano in Emilia-Romagna. Si cerca infatti di fare luce, in queste ore, anche sui due casi di Forlì e di Bologna, dove, negli scorsi giorni, due uomini sono stati trovati morti, apparentemente suicidi, lasciando però aperti numerosi interrogativi. È il caso di Luca Siluri, il 57enne trovato senza vita all’interno del cortile dell’hotel in cui viveva da quando si era separato dalla moglie, l’Hotel Lory di via Giovita Lazzarini, ma anche quello di Paolo Borri, l’oculista aretino di 66 anni il cui corpo è stato trovato nel giardino condominiale di uno stabile del Bolognese. Nel primo caso gli inquirenti, sulla base dei rilievi effettuati sulla salma, ipotizzano che l’uomo sia precipitato dall’alto, forse dal tetto; nel secondo, invece, la causa del decesso sarebbe un colpo di arma da fuoco. In entrambi i casi non si eclude che possano essere coinvolte terze persone: Siluri, infatti, presenterebbe una grave lesione al cranio; secondo chi indaga, quindi, potrebbe essere stato colpito con un oggetto contundente, precipitando. Per Borri, invece, è un’anomalia scoperta sulla pistola rinvenuta accanto al corpo, regolarmente detenuta dalla vittima, che farebbe pensare al coinvolgimento di altre persone, portando gli inquirenti ad ipotizzare anche un caso di omicidio: sembra che la Glock avesse in canna solo un ultimo colpo, quello che appunto avrebbe ucciso il 66enne; per questo, al momento dello sparo, il cane avrebbe dovuto restare aperto. Invece era stato ritrovato chiuso. Un malfunzionamento dell’arma o la conferma di un non-suicidio? Sono gli interrogativi a cui gli inquirenti cercano di rispondere.