Bonaccini presidente del Pd: ci siamo. La notizia era nell’aria e c’erano molte aspettative per la giornata di oggi. Il presidente dell’Emilia-Romagna, infatti, aveva in agenda un colloquio in videoconferenza con Elly Schlein. La neosegretaria del Pd, dopo aver presenziato ai funerali del defunto Bruno Astorre, ha contatto lo sfidante delle primarie per proporgli il nuovo ruolo. Le parti fanno sapere, tramite un lancio di agenzia, che quello tenutosi è stato un incontro “positivo svolto in un clima di piena collaborazione”.

Bonaccini presidente del Pd: Schlein gli dà il mandato

La collaborazione si è declinata in una intesa. La Segretaria Elly Schlein, infatti, ha dato mandato a Stefano Bonaccini. Il prossimo passaggio è la votazione dell’assemblea dove, nell’essere della prima seduta in programma domani, Schlein proporrà il nome di Bonaccini per la presidenza. È questa la formula messa a terra per perseguire la “gestione unitaria” che entrambi gli sfidanti alle primarie hanno invocato ancor prima della fine del congresso. Le primarie, infatti, si sono condotte in un clima di grande lealtà e collaborazione. Schlein e Bonaccini non sono mai arrivati allo scontro diretto e, ancor prima che le urne decretassero la mozione vincente, si erano reciprocamente promessi collaborazione all’indomani del voto. Chiunque vinca, per il bene del Pd. Ed eccoci qui.

Sono giorni che Schlein va dicendo in giro che avrebbe prospettato una nomina a Bonaccini. Le componenti vicine al Presidente dell’Emilia-Romagna, dal canto loro, non hanno mai fatto mistero del fatto che: “Se si vuole fare una cosa ordinata, la soluzione migliore è quella della presidenza di Bonaccini”. Sia perché difficilmente Bonaccini avrebbe accettato di fare il vice di qualcun’altra sia perché nelle vesti di presidente, ruolo autorevole, avrà modo di muoversi in maniera libera ed indipendente. Da Vicesegretario, ad esempio, avrebbe dovuto condividere ogni passo con Schlein e questo avrebbe potuto intaccare alla chiarezza della linea politica del nuovo Pd. Non tutti la vedono in questo modo, taluni lamentano che senza uno spazio in segreteria sarà difficile incidere, ma secondo le fonti riportate dall’AGI a regnare, dalle parti di Bonaccini, è la contentezza.

Uno spazio anche tra i capigruppo?

E chissà, potrebbero non essere terminate qui le concessioni alla mozione di Bonaccini. Elly Schlein, infatti, dovrà procedere anche al rinnovo delle cariche parlamentari. Nello specifico la Segretaria pare intenzionata a rimuovere dal loro ruolo Debora Serracchiani e Simona Malpezzi: rispettivamente capogruppo della Camera e del Senato. Non per mancanza di stima nei loro confronti ma, semplicemente, per imprimere una sua linea anche all’indirizzo parlamentare. La sede istituzionale più preposta ad imprimere una opposizione dura e cruda al governo Meloni. Alla quale ha promesso filo da torcere. Per lo stesso principio della chiarezza della linea, quindi, potremmo ritenere complicata la possibilità che Schlein conceda una delle due cariche ad una figura vicina a Bonaccini. Eppure, i sostenitori del governatore emiliano-romagnolo, ci sperano. E, dopo la presidenza del Pd, puntano anche ad un ruolo di peso in Parlamento.