Nuova Delhi, capitale dell’India, è la città che fa da cornice all’edizione del G20 con presidenza indiana.

Il G20 è il forum economico, che riunisce i venti leader dei paesi più industrializzati al mondo. E’ l’occasione per incontri bi-laterali informali, durante i quali sono spesso strette e consolidate importanti alleanze di natura economica, per esaminare importanti dossier internazionali e prendere fondamentali decisioni nel campo delle disparità territoriali e del clima.

L’edizione con presidenza indiana del G20, si è aperta con l’incertezza geo-politica dettata dal conflitto militare in Ucraina e l’assenza, almeno fin ora, di un piano diplomatico efficace per interrompere escalation militare.

Cruciale è stata la dichiarazione del primo ministro dell’India Narendra Modi, che all’apertura dell’incontro con i venti potenti della terra ha dichiarato:

“ Ci incontriamo in un tempo di profonde divisioni globali”. Cercando di focalizzare l’attenzione dei paesi più ricchi al mondo su importanti, e improrogabili, sfide globali come l’effetto finanziario, spesso insostenibile, del debito pubblico, il riscaldamento globale e alludendo alle tensioni militari prodotte dal conflitto militare in Ucraina.

Ucraina, un Dossier delicato

La pace in Ucraina è il tema principale del G20.

 Le tensioni militari ai confini dell’Europa agitano, a livello mondiale, lo spettro di una grave instabilità economico-societaria che, in assenza di un efficace piano diplomatico come fin ora avvenuto, avrà delle conseguenze rilevanti sull’equilibrio globale.

Durante un incontro bi-laterale, tra la premier italiana Giorgia Meloni e il primo ministro indiano Narendra Modi, è stato affrontato il dossier Ucraina.

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Dalle dichiarazioni della premier Meloni è stata ribadita la ferma condanna dell’invasione russa mentre, il primo ministro indiano ha affrontato l’argomento con toni più pacati. Al termine del bi-laterale tra Italia e india, è stata rilasciata una dichiarazione congiunta dalla quale è emersa la posizione condivisa, che vede il dialogo come unica soluzione per porre fine al conflitto militare, e la richiesta di Roma e Nuova Delhi per un’immediata cessazione delle ostilità.

 Purtroppo gli sforzi Roma e Nuova Delhi, per porre le basi di una tregua militare, sono stati vanificati dall’assenza della firma della Russia e della Cina alla dichiarazione congiunta dei venti paesi partecipanti, per il ritiro delle truppe russe dai territori ucraini.

India e Russia partner storici

I rapporti diplomatici tra le cancellerie di Mosca e Nuova Delhi sono storicamente molto solidi, tanto da rendere India e Russia alleati molto stabili.

Dal 2014 con l’elezione di Narendra Modi, come primo ministro indiano, i rapporti bi-laterali tra Mosca e Nuova Delhi si sono ulteriormente intensificati.

Tra il National Security Advisor (NSA) indiano, rappresentato dal consigliere Ajit Doval per la sicurezza nazionale indiana, e la Federazione Russa, è stato concordato un partenariato strategico; in grado di favorire le relazioni tra Russia e India in materia di politica estera e cooperazione economica. 

In tema di politica internazionale, Nuova Dehli e Mosca sono in pieno accordo sulla strategia da adottare in Afghanistan; con un patto di cooperazione bi-laterale, le due potenze ambiscono alla stabilizzazione dell’intera area geografica evitando di renderla fonte di radicalizzazione e terrorismo.

Nonostante l’escalation militare, che ha portato la Russia a invadere l’Ucraina, l’India non ha mai assunto una posizione di contrasto con Mosca condannando l’invasione.

Il possibile ruolo dell’India come mediatore

Da Nuova Dehli è arrivato, più volte, il monito di affidarsi alla diplomazia e al dialogo come strumenti fondamentali per interrompere le ostilità.

Questo ha permesso di collocare l’India in una posizione doppiamente favorevole sullo scacchiere internazionale; se da un lato, Nuova Dehli ha potuto giovare dell’importazione di greggio russo a basso prezzo, come conseguenza del blocco imposto dai paesi uniti dall’alleanza Atlantica ai prodotti energetici russi; dall’altro l’India, con i suoi ottimi rapporti diplomatici con Mosca, può tentare un ruolo di mediatore internazionale per interrompere il conflitto militare in Ucraina.

Difficile stabilire quanto efficace possa essere l’intervento dell’india come mediatore internazionale di pace tuttavia, considerati i non idilliaci rapporti diplomatici con le cancellerie europee, e gli ottimi rapporti diplomatici con Nuova Dehli, Mosca potrebbe essere molto più propensa ad adottare un trattato di pace indiano anziché europeo.

Inoltre, l’India avrebbe un forte interesse nel assumere la posizione strategica di mediatore internazionale per la pace in Ucraina; assumendo questa posizione, sullo scacchiere internazionale, l’India si affermerebbe come una potenza in grado d’influenzare la geo-politica globale.

L’equilibrio globale verso il baricentro Indo-Pacifico

Durante la cerimonia d’apertura del G20, il primo ministro indiano Narendra Modi ha dichiarato che i meccanismi della governance globale hanno fallito.

Parole molto eloquenti, che esaltano la saggezza di un popolo che ne ha fatta virtù, ma allo stesso tempo taglienti, per evidenziare la potenza, a livello globale, di uno stato in rapida espansione finanziaria.

Una dichiarazione molto importante, che trova origine sui rapporti di forza, tra le superpotenze internazionali, che si sono stabiliti negli anni successivi alla fine del secondo grande conflitto mondiale.

Durante il periodo della guerra fredda, le relazioni internazionali erano basate su un modello bi-polare. A livello globale, le due grandi sfere d’influenza erano rispettivamente gli USA, che tentavano di affermare il loro modello democratico basato sul capitalismo, e l’allora Unione Sovietica che tentava di affermare il socialismo fondato sul comunismo.

La forte destabilizzazione geo-politica, che scaturiva dalla netta contrapposizione degli ideali delle due superpotenze, portò alla divisione della Germania in Germania Est e Germania Ovest attraverso la costruzione del muro di Berlino, simbolicamente associato alla cortina di ferro, che delimitava le aree geografiche europee unite alla NATO e l’area dell’Europa orientale socialista unita dal patto di Varsavia.

Nel 1989, con il crollo del muro di Berlino, e la fine simbolica della cortina di ferro, la geopolitica internazionale tendeva a orientarsi verso un modello uni-laterale con il dominio degli USA e l’affermazione del loro modello sociale basato sulla democrazia e capitalismo.

Negli ultimi decenni l’India, forte di un’economia interna in rapida espansione, e con la costante richiesta di avere un seggio permanente nel consiglio di sicurezza dell’ONU; vuole affermare come il modello uni-polare non sia più una realtà concreta e che al contrario, devono essere riconosciuti più poli nel mondo, tra cui l’India stessa, in grado di influenzare e orientare la governance globale.

Con una grande percentuale di commercio mondiale che interessa la regione dell’Indo-Pacifico, e la rapida espansione delle economie delle realtà geografiche che ne fanno parte, l’India ricopre un ruolo tanto strategico quanto fondamentale per l’equilibrio geo-politico internazionale.

Gianni Truini