Accordo Iran e Arabia Saudita? I due paesi cercano di ricucire le relazioni bilaterali, superando la rottura diplomatica nata sette anni fa e che ha alimentato le tensioni nel Golfo Persico, causando un’escalation di violenza in diversi contesti, tra cui lo Yemen alla Siria.

L’accordo è stato raggiunto grazie alla mediazione della Cina: intesa sottoscritta a Pechino tra i massimi funzionari della sicurezza delle due potenze mediorientali rivali. All’interno del contratto anche la decisione di riaprire le rispettive ambasciate all’estero entro due mesi.

Secondo quanto riportano i principali media di Teheran e Riyad la base dell’accordo è il riconoscimento reciproco del diritto alla sovranità nazionale e alla gestione indipendente degli affari interni.

Accordo Iran e Arabia Saudita, in ballo il controllo del Golfo Persico

Iran e Arabia Saudita, da dove nasce lo strappo alla base del silenzio tra le due potenze arabe?

In primis c’è un diverso approccio culturale, ma soprattutto religioso: l’Iran è infatti espressione del musulmanesimo sciita, mentre l’Arabia Saudita di quello sunnita. Da qui gli screzi si sono trasferiti in campo geopolitico (specialmente in Siria e Yemen, con Riyad che si è progressivamente avvicinata agli Usa), finché i due Stati non decisero di sottoscrivere un accordo di cooperazione sulla sicurezza firmato nel 2001, nonché un altro precedente agreement su commercio, economia e investimenti.

L’Arabia Saudita ha tagliato definitivamente i ponti con l’Iran nel 2016 dopo che la sua ambasciata a Teheran è stata bombardata a seguito della condanna a morte di un religioso musulmano sciita da parte di Riyad.

Ali Shamkhani e Musaed bin Mohammed Al-Aiban: ecco le due figure a cui va se non altro riconosciuto il merito di aver cambiato direzione nei rapporti bilaterali. La visita in Cina segna il compimento di un lungo percorso di negoziato iniziato nel 2021 in Iraq e proseguito l’anno successivo in Oman. L’accordo è stato stipulato grazie all’approvazione della Guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei.