Discriminazioni disabili scuola: da Nord a Sud e nelle migliori società evolute occidentali, i disabili sono gli esclusi, gli abbandonati, i bisognosi. Tuttavia, nonostante il problema, il sistema non vuole o non sa trovare soluzioni. Ne abbiamo parlato ad Open Day, su Radio Cusano Campus, col presidente della Rete Italiana Disabili, Domenico Sommella. “Sono in contatto coi direttori di alcune scuole di Guidonia e mi sono reso conto che fanno il possibile, tant’è che il problema noi lo definiamo educazione sociale. Avere un disabile in una scuola è difficile per un dirigente, di contro le istituzioni non provvedono al riconoscimento della figura di un collaboratore esperto – ha spiegato Sommella – a tutto questo si aggiungono le incapacità dei compagni di banco: i bambini devono capire cosa vuol dire per un disabile stare a contatto con loro, i collaboratori scolastici non sanno come gestire i disagi dei disabili, in un determinato momento, pertanto stiamo cercando la collaborazione delle mamme. Quando un bambino chiede all’altro bambino “perché sei disabile” le spiegazioni sono dovute, mentre i genitori tendono ad evitare circostanze simili: sbagliato! La vita va vissuta per quello che è”.

Discriminazioni disabili scuola, “risolveremo quando qualcuno troverà il coraggio di denunciare!”

Discriminazioni disabili scuola: il problema non si risolverà fintanto che “non si arriverà ad una denuncia e non ci si renderà conto che ci sarà un bambino disabile escluso. Essere discriminati è umiliante, pensi ai bambini disabili che vedono gli altri divertirsi mentre loro sono costretti a stare soli nell’angolo? Mi è capitato di sapere di una ragazza che non è stata fatta entrare in un ristorante, per gli alberghi è diverso – ha aggiunto il presidente Sommella – faccio parte dell’ENAC, all’interno dell’associazione ci sono alberghi che possono ospitare i disabili. Stiamo mettendo in atto un progetto dove possono essere ospitati e accolti. Altre scuole, invece, hanno fatto dei lavori specifici per accoglierli, ma la situazione non è omogenea. La scuola senza le barriere architettoniche è un altro passo importantissimo da fare. Dobbiamo esasperare le forze politiche, una mamma ha chiesto l’invalidità per l’autismo del figlio e si è trovata a che fare con tre dottori che non c’entravano niente con l’autismo: a che serve? A nulla. Esasperiamo i politici, incalziamoli”.

Domenico Sommella, presidente Rete Italiana Disabili: storia di un carattere di ferro!

“Io sono disabile da quarant’anni a causa di un incidente, diventare disabile vuol dire cambiare vita, ti ritrovi a non poter più camminare e avere un fisico che reagisce in un altro modo. Io dico sempre che sono rinato il giorno in cui mi sono fatto male, ma la cosa importante è che devi abituare il cervello a stare in quelle condizioni. La mia è una disabilità fisica, ma ci sono persone che hanno la SLA. La disabilità ha varie sfaccettature, quello che conta è guardarsi allo specchio e andare avanti. Quando mi sono fatto male muovevo solo gli occhi, ora vado in giro da solo, certo non ce la faccio più a spingere la carrozzina, inizialmente facevo Km su Km, adesso ho una carrozzina a motore, ma continuo a fare ginnastica tutti i giorni. Serve solo molta forza di buona volontà e capacità di usare il cervello – ha sottolineato Domenico Sommella – affronto il problema tutti i giorni senza alcun rimpianto, senza lacrime, perché non ne ho più, ma tutti i giorni faccio terapia, incontro le mamme dei bambini autistici, ho un amico intimo con la SLA: vado avanti anche con persone normodotate, e dico mi dovete aiutare quando non posso fare una cosa! Pensi ho fatto un viaggio in Australia, a Melbourne, non ho trovato nulla che potesse danneggiare un disabile, potevo andare dappertutto non c’era bullismo, nessuno che mi abbia detto ma guarda quello e sono convinto che per arrivare a quel punto hanno educato”.

Professionalità necessarie a scuola

“Non tutti i bambini che frequentano la scuola hanno le stesse disabilità, bisogna studiare le problematiche più diffuse, e mettere in atto quanto apprendono. Nelle scuole, spesso, sono i bidelli che assistono i bambini, capita che devono dare una mano, ma non sono loro che devono fare delle cose. Questi problemi non sono diffusi allo stesso modo in tutte le scuole – si è congedato Sommella – la presidente del Veneto ha figli disabili e nelle loro scuole queste cose non esistono”.