La Procura di Roma ha deciso di rinviare a giudizio Tiziano e Patrizio Cotani, i due fratelli accusati di aver violentato ripetutamente la ragazza del cugino a Ostia. All’epoca dei fatti 16enne, la vittima, affetta da disturbi della personalità, vide anche apparire dei filmati che la mostravano in atteggiamenti intimi con il suo fidanzato su un gruppo Whatsapp frequentato da una decina di coetanei, tra cui lo stesso ragazzo, anch’egli indagato per aver assistito alle violenze senza opporsi e per aver diffuso foto e video hard della 16enne, senza il suo consenso. Il sospetto degli inquirenti è che, essendo più piccolo, abbia agito per farsi notare dai cugini.
Ragazza violentata Ostia: la ricostruzione dei fatti
I due fratelli, originari di Acilia, si trovano agli arresti domiciliari dall’agosto scorso, da quando, cioè, la vittima – affetta da disturbi borderline della personalità – aveva trovato il coraggio di denunciarli, raccontando le violenze subite agli inquirenti. Stando alla sua testimonianza, Tiziano e Patrizio, rispettivamente appassionato di boxe e calciatore, l’avrebbero violentata per due volte, inviando anche dei filmati che la ritraevano in momenti intimi con il suo fidanzato in un gruppo Whatsapp con almeno 11 persone. Per questo la Procura avrebbe deciso di rinviarli a giudizio: nel processo che si avvierà a loro carico, dovranno rispondere dei reati di violenza sessuale di gruppo e detenzione di materiale pedopornografico.
Nella stessa inchiesta la Procura dei minori indaga anche sull’ex fidanzato della vittima, accusato di aver messo a disposizione della chat foto e video intimi della ragazza, senza il suo consenso. Tuttavia, il suo ruolo sarebbe di complicata interpretazione. Il giovane, all’epoca dei fatti appena diciottenne, avrebbe guardato i fratelli, suoi cugini, violentare la fidanzata senza opporsi, né tentare di difenderla, pur essendo a conoscenza delle sue fragilità. E da allora non avrebbe mai spiegato il perché. I fatti risalgono all’autunno del 2021: è ottobre quando i Cotani si ritrovano in macchina insieme alla minorenne, proponendole un rapporto. Lei si rifiuta, inequivocabilmente. Così loro insistono, la bloccano sul sedile posteriore e la obbligano a un rapporto orale.
Un mese dopo, a sua insaputa, si presentano a casa del suo fidanzato e, dopo averla schiaffeggiata diverse volte, la costringono di nuovo a un rapporto orale, questa volta davanti al 18enne, che osserva le violenze senza muovere un dito. Poi, nel 2022, in una chat Whatsapp dove sono iscritti undici ragazzi, tra cui il fidanzato della 16enne, vengono postati filmati e foto che la ritraggono in momenti hard e le cui prove, sottoforma di screenshot, sono stati allegati alla domanda di denuncia presentata dalla vittima lo scorso agosto. Quel giorno lei e sua madre si erano recate in commissariato per denunciare il furto di una borsa; poi, prima di allontanarsi, la donna, guardando negli occhi un agente, aveva aggiunto: “Mia figlia è stata vittima di abusi”.
La ragazza, che già da tempo si era ritirata da scuola, è stata sentita dagli agenti e poi in audizione protetta, supportata da una psicologa, raccontando tutto. Così sono partite le indagini che hanno poi portato all’arresto dei due imputati principali. Per loro era stato chiesto il carcere, ma sono stati disposti i domiciliari. Incensurati, i due si erano dichiarati innocenti, smentendo le accuse e sostenendo di non aver nemmeno toccato la 16enne. Ma ad inchiodarli, oltre alla testimonianza della vittima, ci sarebbero proprio il contenuto della chat incriminata e dei messaggi che la ragazza avrebbe scambiato con l’ex fidanzato, accusandoli. “Mi hanno detto dei video, in uno si vede la mia faccia, non ti avevo autorizzato a diffonderlo, sei un pezzo di m… come i tuoi cugini”, è uno dei tanti. Ora la decisione del rinvio a giudizio.