Aumenta ancora il numero delle vittime del naufragio di Cutro. Trovato il corpo della vittima numero 73, accertata in questi minuti. Si tratta di un bambino, un’altra vita che si aggiunge al conto dei morti. L’età del bambino si aggira intorno ai cinque anni e si tratta di una delle vittime più giovani della strage lungo le coste di Cutro dello scorso 26 febbraio. La scoperta del cadavere è avvenuta a seguito dell’intervento di una squadra di vigili del fuoco addetta alle ricerche in spiaggia. Dopo il ritrovamento l’avviso ai soccorritori acquatici per permettere il recupero della salma.

La notizia della morte del bambino arriva all’indomani del Consiglio dei ministri che si è tenuto proprio a Cutro, nel quale sono state previste pene più dure e più incisive per quanto riguarda i trafficanti di esseri umani, con misure predisposte a punire in particolare gli scafisti. Nel nuovo decreto migranti, alla luce di quanto avvenuto lungo le coste di Crotone, sono previste condanne fino a trent’anni di reclusione, oltre all’aggiunta di un nuovo reato e una nuova fattispecie per chi provoca la morte o lesioni gravi in conseguenza del traffico di migranti.

Naufragio Cutro, Governo a breve inviterà parenti vittime

Dopo il Consiglio dei ministri e la turbolenta conferenza stampa al termine del Cdm stesso il governo ha fatto sapere che nei prossimi giorni i parenti delle vittime saranno accolti a Palazzo Chigi. Un concetto ribadito già nella serata di ieri anche dal premier Giorgia Meloni, che ha premuto l’acceleratore su questo punto: “Il governo esprimo il cordoglio compatto per le vittime e per il dolore dei loro cari”. In questo si aggiungono anche elementi politici, come la polemica scoppiata intorno al ministro Piantedosi.

Dopo le polemiche e la richiesta di dimissioni di Piantedosi il governo fa scudo attraverso le parole del presidente Meloni, che risponde così ai giornalisti nel corso della conferenza stampa:

Ringrazio il ministro Piantedosi, il Governo non poteva fare nulla di più o di diverso. È strumentale voler dimostrare che l’Italia non ha fatto qualcosa che poteva fare. Qualcuno pensa davvero che il Governo e le istituzioni potessero fare qualcosa che non hanno voluto fare o che si siano girate dall’altra parte? Non è un bel messaggio e non lo accetto, è molto grave. Abbiamo sempre fatto tutto quello che potevamo fare“.

Sono parole che arrivano alla fine di una conferenza stampa che, verso la conclusione, diventa quasi un batti e ribatti tra gli esponenti dell’esecutivo e i giornalisti, a tal punto che i moderatori coinvolti devono più volte richiamare all’ordine: “La conferenza così si trasforma in un dibattito, vi prego”. Le polemiche aumentano anche alla luce di alcune risposte del ministro Piantedosi, al centro delle polemiche di questi giorni: “Scusate, scusate, non è un dibattito, andiamo con ordine”, viene detto alla stampa.