Il giorno di San Valentino del 2046 un asteroide potrebbe colpire la Terra: a lanciare l’allarme è la Nasa, che riporta alta l’attenzione sui corpi celesti che si trovano a sfiorare il nostro pianeta. La notizia è stata lanciata sul canale Twitter della Nasa Asteroid Watch, ma niente panico: c’è solo una possibilità su 625 che quest’evento si possa verificare. L’ultimo “incontro ravvicinato” si è avuto lo scorso gennaio con l’asteroide 2023 BU, mentre quello precedente solo qualche mese prima, a novembre 2022, con l’asteroide di Halloween.
Qual è l’asteroide di San Valentino 2046
Ma qual è l’asteroide che a San Valentino del 2046. potrebbe rendere la festa degli innamorati un po’ meno romantica del solito? Si tratta di 2023 DW, che è grande quasi quanto una piscina olimpionica: ha un diametro medio di quasi 50 metri (49,29 m) ed ha una velocità rispetto al Sole è di 24,63 Km al secondo. Questo significa che è in grado di completare un’orbita solare in 271 giorni e il punto più vicino alla Terra è previsto per il 14 febbraio 2046.
2023 DW è stato scoperto il 26 febbraio 2023 da un osservatorio astronomico di San Pietro di Atacama, in Cile, mentre viaggiava a una distanza stimata di 10 milioni di chilometri dalla Terra ed è stato subito messo sotto monitoraggio, in modo da avere un quadro il più possibile preciso sulla minaccia. che esso rappresenta.
“Abbiamo monitorato un nuovo asteroide chiamato 2023 DW che ha una possibilità molto piccola di colpire la Terra nel 2046 – ha dichiarato su Twitter il Planetary Defense Coordination Office della NASA -. Spesso, quando vengono scoperti per la prima volta nuovi oggetti, sono necessarie diverse settimane di dati per ridurre le incertezze e prevedere adeguatamente le loro orbite nel futuro. Gli analisti orbitali continueranno a monitorare l’asteroide 2023 DW e aggiorneranno le previsioni man mano che arriveranno più dati”.
Che cosa dicono i calcoli
Anche se solo sulla base di dati preliminari, gli esperti hanno già calcolato non solo il giorno e l’anno del possibile impatto, ma anche l’area geografica dove questo potrebbe avvenire. Al momento, come riporta il Near-earth objects coordination centre dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), c’è una probabilità su 625 che 2023 DW possa colpire la Terra alle 22:44 (ora italiana) del 14 febbraio 2046, con una velocità di impatto prevista di 15,6 chilometri al secondo, quasi 57mila chilometri orari. L’area del. potenziale impatto è stata invece calcolata dallo scienziato italiano Piero Sicoli dell’Osservatorio astronomico di Sormano. Secondo Sicoli, vi sarebbe una probabilità su 400 che 2023 DW possa colpire un punto compreso tra il Sud Est Asiatico e gli Stati Uniti, con maggiori probabilità che il corpo celeste sia diretto sull’Oceano Pacifico.
Come ha dichiarato Sicoli “Grazie alla velocità di calcolo dei computer, ora è possibile elaborare decine di migliaia di cloni orbitali e quindi stimare quante soluzioni portano a un impatto. Nel caso specifico del mio grafico, ad esempio, ho elaborato quasi 65.000 diverse possibili orbite del 2023 DW e solo 150 di queste indicano un impatto”, ciò significa che esiste una “probabilità del 99,77% che l’asteroide manchi la Terra”.
Dello stesso parere anche Davide Farnocchia, ingegnere di navigazione presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, che ha dichiarato all’Ansa: “Questo oggetto non è particolarmente preoccupante”.
Collisione improbabile
L’impatto con l’asteroide a San Valentino 2046 è altamente improbabile, come dicono gli stessi esperti. Il meteorite è infatti classificato con il numero 1 su 10 della Scala Torino, il che significa che la possibilità di collisione è estremamente improbabile e senza motivo di attenzione pubblica o preoccupazione pubblica.
Se disgraziatamente, però, le previsioni per quanto riguarda l’impatto dell’asteroide a. San Valentino 2046 dovessero cambiare, gli esperti del sistema di difesa planetaria potrebbero decidere di provare a deviare il corpo celeste attraverso un impatto cinetico, proprio quello sperimentato con successo nella recente missione di test DART. DART è stata la prima missione di studio dedicata alla difesa planetaria, un test per verificare se un approccio simile possa avere successo nel deviare la traiettoria di oggetti che rappresentino una minaccia per la Terra.