Dopo la tragedia di Cutro un nuovo naufragio si è verificato al largo delle coste italiane, precisamente a Lampedusa dove oggi, venerdì 10 marzo, una piccola imbarcazione con a bordo dei migranti è affondata. 42 i richiedenti asilo tratti in salvo dagli uomini della Guardia costiera, dopo un primo intervento da parte dell’equipaggio di un peschereccio tunisino. Tra loro ci sarebbero anche cinque donne e un bambino.

Secondo le prime ricostruzioni, nonostante molti dei naufraghi presentassero forti segni di ipotermia, nessuno di loro è in gravi condizioni di salute. Stando a quanto raccontato dagli stessi migranti non vi sarebbero dispersi: la spedizione sarebbe partita mercoledì 8 marzo da Sfax, in Tunisia, alla ricerca di un futuro migliore.

Nel frattempo, in queste ore l’hotspot di Lampedusa si trova in gravi difficoltà e rischia il collasso. Complice un’autentica raffica di arrivi nelle ultime 24 ore, la struttura ospita attualmente 2.624 persone, a fronte di una capienza di 400 posti. Oltre 40 le imbarcazioni soccorse nelle acque che circondano Lampedusa, con un numero complessivo di 1.869 migranti giunti sull’isola solo ieri, giovedì 9 marzo. Dalla mezzanotte di oggi in poi sono stati registrati altri 14 sbarchi, con circa 605 migranti.

Naufragio Lampedusa oggi, la Prefettura al lavoro per smistare i migranti

La Prefettura di Agrigento è al lavoro per trasferire i migranti ed alleggerire la pressione sul centro, anche se i continui sbarchi di queste ore stanno mettendo a repentaglio ogni sforzo.

Forze dell’ordine, operatori sanitari, volontari lavorano senza sosta per smistare gli ospiti: ieri sera 407 persone hanno lasciato l’isola, a bordo del traghetto di linea, in direzione Porto Empedocle. Stamattina altri 150 migranti dovrebbero imbarcarsi sulla nave Diciotti. Le cattive condizioni meteo, tuttavia, non fanno altro che complicare ulteriormente la situazione dei trasferimenti a bordo delle navi di linea.

Una situazione critica, denunciata proprio all’indomani della stretta sugli scafisti annunciata durante il Consiglio dei ministri di ieri a Cutro. Il governo ha varato un Decreto legge che introduce una nuova fattispecie di reato per gli scafisti, identificati come “chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone”. Per loro è prevista una pena fino a 30 anni di reclusione.