Chi è Gaspare Spatuzza, il pentito tornato in libertà: con le sue rivelazioni svelò i depistaggi sulla strage di via D’Amelio avvenuta a Palermo il 19 luglio del 1992.

Chi è Gaspare Spatuzza, il pentito tornato in libertà

Spatuzza, scrive il “Corriere della Sera”, ha ottenuto la libertà vigilata: una “liberazione condizionale” arrivata due settimane fa e che non prevede più i vincoli della detenzione domiciliare alla quale era sottoposto dal 2014. Spatuzza, uomo dei Graviano di Brancaccio, fu arrestato nel 1997: da allora ha trascorso 26 anni in detenzione, tra carcere e domiciliari, confessando il suo ruolo nelle stragi del 1992 e smascherando il falso pentito Vincenzo Scarantino che fu al centro dei depistaggi su via D’Amelio.

Gaspare Spatuzza e Giuseppe Di Matteo

Soprannominato ‘u Tignusu per la sua calvizie o l’imbianchino per il mestiere che svolgeva e si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Spatuzza è tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi, ucciso da Cosa Nostra nel 1993. Ha rapito Giuseppe Di Matteo, il bambino aveva 13 anni, per vendicarsi del padre Santino che ave a deciso di collaborare con la giustizia.

Spatuzza e la conversione religiosa

Il pentito, che a breve compirà 59 anni e che ha chiesto perdono alle vittime, avrebbe intrapreso anche un percorso di conversione religiosa. La liberazione condizionale è arrivata dopo che un anno fa gli era stata negata dal tribunale di sorveglianza di Roma: contro quella decisione fu annullata dalla Cassazione, alla quale Spatuzza si rivolse attraverso il suo legale, e ora il nuovo verdetto di senso opposto, “su parere conforme – scrive il “Corriere della Sera” – di tutte le procure antimafia interpellate”.