È giallo a Forlì, dove, nelle scorse ore, un inserviente di un hotel del centro ha rinvenuto all’interno del cortile dello stabile il corpo senza vita di un uomo, il 57enne Luca Siluri. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, la vittima, che viveva nell’albergo di via Giovita Lazzarini da dopo la separazione con la moglie, sarebbe caduto dal tetto. Non è chiaro, per il momento, se sia trattato di suicidio o se possano essere coinvolte altre persone.
Uomo trovato morto a Forlì: si tratta di Luca Siluri, 57enne della zona
Il ritrovamento risale alla giornata di ieri, 9 marzo. Sono le 8 di mattina quando un inserviente dell’Hotel Lory di Forlì scopre, all’interno del cortile dello stabile, il corpo senza vita di un uomo, allertando le forze dell’ordine. Giunti sul posto, in via Giovita Lazzarini, i carabinieri si mettono subito al lavoro per isolare il luogo del ritrovamento e avviare i primi rilievi del caso: scoprono così che la vittima è il 57enne Luca Siluri, forlivese. L’uomo, riportano fonti locali, viveva nell’hotel da quando, circa sei mesi prima, si era separato con la moglie; secondo le testimonianze, non lavorava, potendo contare su una sorta di pensione. Stando alle prime ricostruzioni, sarebbe precipitato nel cortile dall’alto.
Si è suicidato oppure nel caso sono coinvolte terze persone? È ciò che si chiedono gli inquirenti, che da ore lavorano per cercare di fare luce su quanto accaduto e che per ora mantengono il massimo riserbo. Secondo i primi accertamenti effettuati dal medico legale, lo stesso che, nei prossimi giorni, si occuperà dell’autopsia, lo stato della salma – con ferite da impatto violento ovunque, dal cranio agli arti inferiori – farebbe pensare che Luca non sia precipitato dalla finestra della sua stanza, al primo piano dello stabile. L’ipotesi è che, piuttosto, sia salito fino al tetto dell’edificio – facilmente raggiungibile da una balconata – e che da lì sia sia gettato o sia precipitato.
Sempre secondo i rilievi, infatti, la zona posteriore del cranio, alterato dalla collisione, presenterebbe una ferita apparentemente “non compatibile” con il suicidio. A riportarlo è Il Resto del Carlino, che ipotizza quindi che qualcuno possa averlo colpito con un oggetto contundente, facendolo precipitare. Nella sua stanza non sarebbero stati notati segni di colluttazione. Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno al caso, su cui le forze dell’ordine indagano coordinate dalla Procura – che ha già disposto l’esame autoptico sulla salma -. Per il momento non si esclude nessuna pista.
Oculista trovato morto a Bologna: proseguono le indagini
Nel Bolognese si continua ad indagare, intanto, sulla morte di Paolo Borri, l’oculista aretino di 66 anni trovato senza vita nel giardino condominiale dello stabile in cui viveva, lo scorso 15 febbraio. Secondo gli inquirenti, l’uomo sarebbe deceduto a causa di un colpo di arma da fuoco; ciò che non è chiaro è se la vittima si sia suicidata oppure se nel caso siano coinvolte altre persone. Gli accertamenti condotti sulla pistola ritrovata affianco al cadavere avrebbero infatti permesso di scoprire un’anomalia: secondo gli esami, la Glock aveva un solo colpo in canna al momento dello sparo, quello che avrebbe appunto ucciso il 66enne; dopo aver esploso l’ultimo colpo, il cane avrebbe dovuto restare aperto, invece è stato ritrovato chiuso. Dettaglio che potrebbe indicare un malfunzionamento dell’arma oppure la presenza di altre persone sul luogo. Un’ipotesi, quella dell’omicidio, che sembra convincere maggiormente anche i parenti della vittima. Secondo loro, Borri non avrebbe avuto nessun motivo per uccidersi e, se avesse avuto intenzione di farlo, probabilmente non avrebbe preso con sé una donna che lo aiutasse con le faccende domestiche, come invece aveva in programma di fare. Interrogativi, questi, che potranno essere chiariti solo con il proseguio delle indagini.