Protezione speciale conferenza stampa Meloni. “Anche l’istituto della protezione speciale viene ristretto, con l’idea di abolirla del tutto”. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato durante la conferenza stampa al margine del consiglio dei Ministri che si è tenuto a Cutro, in Calabria, dove quasi due settimane fa sono morte almeno 72 persone mentre tentavano di raggiungere illegalmente l’Italia a causa del naufragio di una o più imbarcazioni. La decisione sulla protezione speciale mostra come sia passata la la linea del fronte più rigorista della maggioranza, interpretata dai ministri Salvini (vicepremier) e Piantedosi (Viminale), ma di cosa si tratta?
La protezione speciale, di cosa si tratta?
L’istituto della protezione speciale nasce recentemente con una modifica a un decreto del 2008 voluta da Luciana Lamorgese ed è una nuova tipologia di permesso di soggiorno. La differenza con altri sta nel fatto che è concesso quando il soggetto che lo chiede non può essere considerato richiedente asilo, ma vive comunque una situazione di grave rischio nel suo paese di origine. La protezione speciale è rilasciata dalla Questura e dura due anni, poi può essere rinnovata da una commissione territoriale. Durante questo periodo chi ne usufruisce può lavorare.
Quando è concessa?
Ecco i casi in cui si può ottenere la protezione speciale:
- Se in caso di rientro, lo straniero possa essere perseguitato per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali
- Se c’è il rischio che lo straniero sia rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto
- Se ci sono motivi per ritenere che lo straniero possa essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti
- Se si ritiene che l’allontanamento dall’Italia comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare
“La fattispecie si è allargata a dismisura, ma il nostro obiettivo è abolirla e sostituirla con una norma di buon senso” ha spiegato Giorgia Meloni durante la conferenza stampa al margine del consiglio dei Ministri di Cutro. La premier non ha però ancora chiarito con cosa sarà sostituito questo istituto, anche se ha specificato che la linea del Governo è quella di incentivare gli arrivi legali nel nostro Paese e subordinarli alla concessione di permessi di lavoro. Il riferimento è al fronte delle imprese, che nelle scorse settimane avevano denunciato la mancanza di personale in settori in cui generalmente è inpiegata manodopera extra Ue. Una rivendicazione colta e fatta propria anche dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ne aveva parlato a Bruxelles durante una riunione dei ministri del settore. Nella linea del governo Meloni spazio quindi ai visti concessi per lavoro e ai flussi legali di immigrazione, anche attraverso l’istituto dei corridoi umanitari e gli accordi virtuosi con i paesi d’origine.