Superbonus proroga 31 marzo, cosa succede se non arriva? Ecco chi perde il 110% a partire dal 1° aprile, giorno in cui chi ha iniziato i lavori con il superbonus può continuarli ma solo con i bonus edilizi minori. La scelta cambia le carte in tavola per quanto riguarda la percentuale di beneficio e di detrazione fiscale che risulterebbero dimezzati. C’è, dunque, attesa da parte degli investitori per la proroga del superbonus 110% oltre il 31 marzo 2023 e fino al successivo 30 giugno. I partiti politici stanno facendo pressione sul governo per la proroga di tre mesi che consentirebbe di poter utilizzare il vantaggio fiscale anche con la cessione dei crediti e con lo sconto in fattura. Gli emendamenti presentati l’8 marzo in Commissione Finanze della Camera al decreto numero 11 del 2023 di blocco cessione dei crediti dei bonus edilizi potrebbero, se approvati, allungare la deadline del superbonus villette, delle unità autonome e indipendenti purché sia stato realizzato il 30 per cento di avanzamento dei lavori alla data del 30 settembre 2022. Senza proroghe, le eventuali spese sostenute a decorrere dal 1° aprile 2023 non avrebbero più diritto al 110%, ma ci si dovrebbe accontentare di percentuali dimezzate assicurate dagli altri bonus edilizi.

Superbonus proroga 31 marzo, cosa succede se non arriva: ecco chi perde il 110% dal 1° aprile

Con la possibile proroga del superbonus 110% sulle villette, unità autonome e case indipendenti alla nuova scadenza del 30 giugno 2023 rispetto al termine, ormai prossimo, del 31 marzo, le persone fisiche riuscirebbero a differire la scadenza per il principio di cassa delle spese. Allo stato attuale, tutte le spese sostenute per gli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione effettuate entro il 31 marzo prossimo hanno la super agevolazione del 110%, indipendentemente dal fatto che gli interventi stessi siano giunti a compimento. Ciò che chiedono i partiti politici al governo è allungare questa scadenza al 30 giugno, in modo che vengano ricomprese al superbonus 110% anche le spese che i proprietari delle villette e delle unità indipendenti faranno nel secondo trimestre del 2023. Che sia il 31 marzo o il 30 giugno, non è richiesto ai proprietari di finire i lavori entro queste scadenze. Ma la proroga migliorerebbe la situazione dei proprietari delle villette per due ragioni: innanzitutto si potrebbe continuare a far ricadere le spese di aprile, maggio e giugno nel 110%; in secondo luogo, su queste spese i proprietari potrebbero continuare ad avvalersi sia dello sconto in fattura che della cessione dei crediti d’imposta, in alternativa alla detrazione fiscale. Infatti, avendo già raggiunto il 30% dello stato di avanzamento dei lavori al 30 settembre 2022, i proprietari hanno già presentato precedentemente la Cilas per iniziare gli interventi.

Bonus edilizi alternativi al 110%: quali sono?

Ragione per la quale il superbonus non verrebbe bloccato dal decreto 11 del 17 febbraio 2023 che stoppa la cessione dei crediti e lo sconto in fattura a tutti i bonus per i lavori che inizino a partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento. Se, invece, la situazione non dovesse essere modificata dal governo – e dunque dovesse rimanere la scadenza del superbonus villette e unità indipendenti al 31 marzo 2023 – ciò significherebbe che i proprietari dovrebbero virare verso altri bonus edilizi che assicurano, però, percentuali più basse di beneficio fiscale. Il riferimento è all’ecobonus, con detrazione fiscale del 50 e 65%, o al sisma bonus con beneficio del 70 o dell’80% a seconda dei casi. Naturalmente, il cambio di beneficio dovrà essere accertato con il rispetto dei particolari requisiti richiesti dallo specifico bonus subentrante. Tuttavia, l’attesa degli investitori è tutta per il voto che verrà fatto alla Camera degli emendamenti che ieri sono stati giudicati ammissibili nella speranza di allungare la scadenza che coincide con il giorno di presentazione della comunicazione all’Agenzia delle entrate dei crediti d’imposta e dello sconto in fattura relativi all’anno 2022.