Dybala Futuro. Che Dybala sia approdato alla Roma per essere allenato da Mourinho non l’ha mai nascosto. E’ bastata una telefonata dell’allenatore per far dire di si all’argentino che sta vivendo la nuova avventura con grande entusiasmo. Complice sicuramente lo spirito che trasmette Mourinho alla squadra. E la presenza del tecnico sulla panchina sembra sia una condizione quasi necessaria per far rimanere in giallorosso anche l’argentino. “Il mio futuro? Ne parleremo sicuramente – ha spiegato in un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Marca – Il mio futuro è qui, è portare la Roma al top e penso che possiamo farcela. Poi cosa succederà… non lo so, perché la cosa più importante adesso sono le partite“. Dybala ha una clausola di rescissione piuttosto abbordabile – 12 milioni per l’estero, 20 per l’Italia – l’importo non è impossibile e questo vuol dire che potrebbe decidere in ogni momento di cambiare aria. In questo momento però l’attaccante vuole pensare solo a quello che deve fare per aiutare la Roma dove si sta trovando molto bene. “E’ vero che qui sto vivendo come una seconda giovinezza – continua a raccontare Dybala – Tutti mi hanno accolto in modo incredibile. La passione che c’è in questa città è molto forte, giochiamo sempre con uno stadio pieno ed è uno stadio molto grande. Tutti hanno fatto sentire a casa fin dal primo giorno e questo mi ha aiutato a poter dare il massimo e cercare di mantenere la Roma al top”.
Dybala sul futuro, ne parleremo sicuramente il mio futuro è portare la Roma al top
Poi il pensiero su Mourinho e il feeling che hanno i due. “Abbiamo un ottimo rapporto, ci confrontiamo sui pensieri, parliamo uno con l’altro, per sapere come la pensiamo su alcuni aspetti. Lui mi stima? Che un allenatore così, che ha avuto tanti giocatori importanti e abbia vinto tanto, pensi questo di me, mi fa piacere. Mou ci aiuta molto perché facilita le nostre partite”. La mentalità di Mourinho per il fantasista argentino è l’aspetto più importante ed è la cosa che lo ha convinto ad accettare la proposta della Roma, il fatto di poter essere guidato da un allenatore così. “Prima di arrivare nella capitale, avevo già parlato al telefono con José. Mi è piaciuto il suo modo di comunicare e il suo modo di essere, per come affronta ogni allenamento e ogni partita. Quella chiamata mi ha convinto a venire alla Roma. Ho avuto l’opportunità di giocare con i migliori al mondo e ora ho la possibilità di stare con uno dei migliori allenatori. Ne sono stato attratto, è un vincente”. A 30 anni e con la sua esperienza, Dybala si è completamente rimesso in gioco proprio per seguire gli insegnamenti del tecnico portoghese, come fosse un giocatore alle prime armi. In che modo lo sta migliorando? “Il suo modo di essere, il suo carattere, spesso ti aiuta a farti delle domande o ad affrontare ogni allenamento come una partita. Vede tutto come una finale, ogni gara ogni incontro. Al di là del rivale o della competizione, le vive tutte in un modo unico e mi identifico con questo. Anche io la vedo così. In questo, siamo molto simili e ci aiutiamo a vicenda”.
Dybala, non mi sento indispensabile ho bisogno della squadra per essere in forma
E se Mourinho è stato fondamentale per far dire di si alla Roma a Dybala, il numero 10 argentino è indispensabile per la squadra. Anche se lui rifiuta questo pensiero. “No, no – risponde a chi gli chiede se la squadra dipenda da lui – Per avere numeri migliori ho bisogno che la squadra sia in buona forma e la squadra non può essere solo un giocatore. Siamo un gruppo unito che lotta per lo stesso sogno. Contribuire alla squadra è sempre bello. Siamo in una buona situazione, lottiamo per entrare in Champions League, e non è facile perché ci sono tanti grandi club. In Europa League non sarà facile ma siamo molto emozionati. Spero di poter contribuire affinché la squadra continui a vincere”. E questa sera la Roma affronta il Real Sociedad nell’andata degli ottavi di Europa League. “Ho visto le ultime partite e hanno un modo di giocare molto bello. Mi piacciono le squadre che provano a giocare, che provano a fare le cose bene. Non credo che qualcuno avrebbe mai messo la Real Sociedad nella posizione in cui sta, all’inizio del torneo. Hanno giocatori esperti, come David Silva, che rendono le cose molto facili in campo. È un giocatore che ammiro molto e sicuramente dovremo prenderci cura di lui. Imanol, l’allenatore, crea un gioco offensivo avendo la palla, con una pressione alta per recuperare. È un calcio che mi piace guardare. Siamo in una situazione molto simile: lotta tra le prime posizioni in campionato e nella stessa posizione in Europa League. Entrambi abbiamo giocatori importanti che possono fare la differenza. Uno può passare e speriamo di essere noi”. Chiusura sulla vittoria mondiale. “Cos’è cambiato? Molte cose sono cambiate. Ma non è che un giorno ti alzi e dici: ‘Sono un campione’. Certo, per un calciatore, aver vissuto tutto questo è qualcosa di unico e bellissimo”.