È una Roma solida e combattiva quella che è riuscita a vincere per 2-0 contro la Real Sociedad agli ottavi di finale di Europa League: con i gol di El Shaarawy e Kumbulla, la squadra di Mourinho partirà con un vantaggio nella gara di ritorno. Decisive le reti dell’esterno italiano e del difensore, capaci di segnare un gol per tempo, assicurando così ai giallorossi di presentarsi a San Sebastián con due risultati su tre a disposizione per proseguire nel cammino europeo. Nel post-partita, Mourinho è intervenuto ai microfoni di Sky Sport per commentare la gara dei suoi. In particolare, l’allenatore portoghese è stato interrogato sulla capacità da parte della Roma di condurre il gioco e concedere solo un tiro in porta agli avversari. Questa è stata la sua risposta in merito: “Però hanno avuto palla e hanno creato problemi. Il merito nostro è stato dare un’organizzazione, avere un’empatia funzionale in campo, in cui tutti si aiutavano in difficoltà. È molto difficile giocare contro un rombo, lo abbiamo fatto contro Red Bull ed Empoli eppure era difficile. Bisogna però avere una mentalità forte quando non si ha la palla. Abbiamo controllato la partita, ma qualche volta senza avere palla. Il secondo gol può essere importante; dopo il gol del 2-0 dovevamo semplicemente controllare la gara”.
Roma-Real Sociedad, Mourinho le parole in conferenza stampa
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Le parole alle tv: “Giocare contro Lazio, Milan o Juve è lo stesso”
Sette partite all’Olimpico nel 2023 per la Roma, tutte vittoriose e con 0 gol subiti. Mourinho, però, non vuole prendersi il merito di questi numeri: “È merito loro come squadra. Si può sempre parlare del portiere e dei difensori centrali, ma non conosco una squadra che difenda bene se non lo fa come squadra. Io quando guardo alla mia squadra vado dal primo all’ultimo dando indicazioni per lavorare insieme. Come lavora Paulo dal punto di vista difensivo, che è la sua fragilità, dice tutto. Gli altri sanno i nostri limiti, ma facciamo di questi le nostre forze. I complimenti vanno ai ragazzi, ma il 2-0 è buono se al ritorno non perdiamo con tre gol sotto”.
L’allenatore portoghese si è poi soffermato sull’analisi tattica del match :“Abbiamo giocato con due quinti freschi, entrambi hanno fatto molto bene. Stephan sa fare gol, era fresco e aveva benzina, ha fatto gol alla fine di un’azione che avevamo preparato così. Non mi piace giocare contro un rombo dal punto di vista difensivo, ma sul piano offensivo sì. Avevamo preparato bene la gara per creargli difficoltà. Sono ovviamente contento per quello che i ragazzi hanno fatto, non posso chiedere di più. È una settimana pericolosa, accumuleremo la stanchezza e giocheremo contro la Lazio.
Tornando sulla “settimana pericolosa”, Mourinho ha risposto alle domande sul derby: “Onestamente, giocare contro la Lazio o il Milan o la Juve è lo stesso per me. Però questa città è pericolosa in questo senso”.
Una battuta finale da parte dell’allenatore dei giallorossi sulla carenza di punte per la Roma: “Non abbiamo attaccanti in panchina, ce n’è solo uno. Non abbiamo neanche Solbakken in Europa. Ad esempio nel finale della partita mi sono ricordato della partita del Bayern che in panchina aveva Gnabry, Sane e Mane. Io non volevo tutti e tre, me ne bastava uno”.
Le parole di El Shaarawy
Anche El Shaarawy ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Interrogato sulla capacità di segnare un gol fatto di corsa e tenacia, l’esterno giallorosso ha dato i meriti anche ai compagni: “È la forza del gruppo. Si tratta di un gol simile a quello contro il Napoli con la differenza che c’è stata una corsa di 60 metri. Ce lo ha chiesto il mister: arrivare carichi anche quando la palla è dall’altra parte, vale sia per me che per Rick”
Sulla grande prova corale della Roma, il Faraone ha spiegato quanto non sia solo importante l’aspetto tattico: “La solidità è figlia della forza mentale di questa squadra. Un gruppo che si aiuta tantissimo, magari in certe partite pur non giocando con grande qualità bisogna vincere. È successo anche con la Juventus, oggi era importante dare continuità”.
Il gol di El Shaarawy è frutto di una corsa di più di 60 metri, in cui l’ex Milan è partito dalla difesa. Ma come ha fatto a segnare una rete così? “In quelle occasioni bisogna crederci. Ne ho fatti diversi così. So che quando è sul fondo il difensore non se lo aspetta più, poi la palla era anche alta, non era facilissimo”. E poi, una battuta finale sull’esultanza mostrata all’Olimpico: “È ‘il Faraone’. Le origini non si dimenticano”.