L’allarme siccità non accenna a placarsi in Italia, e anzi “non molla la presa nella gran parte dell’area padana“. Lo confermano i rilievi effettuati dall’Osservatorio dell’Autorità del Fiume Po, relativi soprattutto ai “territori piemontese e lombardo”.

Secondo l’osservatorio, nelle ultime settimane la situazione non è assolutamente migliorata, anzi: complice una mancanza di precipitazioni ulteriormente prolungata, l’area interessata da “conclamato stress idrico” sarebbe addirittura messa peggio del previsto. L’Autorità osserva a tal proposito come un simile quadro possa destare “particolare preoccupazione per i prossimi mesi”.

Allarme siccità nell’area padana, 19 Comuni piemontesi “al massimo livello di severità idrica”: un mese fa erano 7

In Piemonte, i Comuni considerati “al massimo livello di severità idrica” salgono da 7 a 19, con la situazione che “rischia di peggiorare ulteriormente”. A dirlo è Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, che sottolinea come nei 19 comuni in questione vi siano “criticità su parte significativa dell’abitato e che si provvede a integrare i serbatoi dei gestori con autobotti”.

Secondo Utilitalia, sono altri 141 i Comuni giudicati al livello 2 (severità media) e 388 al livello 3 (severità bassa), mentre 1.922 Comuni si collocano al livello 4 (severità normale). Un dato preoccupante anche considerando che l’ultima rilevazione era datata 9 febbraio: nel giro di meno di un mese i Comuni al massimo livello di severità sono più che raddoppiati.

Nel dettaglio, tra i 19 Comuni con livello massimo di severità idrica ci sono Armeno (Novara), Cannero Riviera, Piedimulera, Pieve Vergonte e San Bernardino Verbano (Verbano-Cusio-Ossola), Pettinengo, Strona, Valdilana Soprana e Zumaglia (Biella), Demonte, Moiola, Roccabruna, Macra, Isasca, Venasca, Brossasco, Melle, Peveragno e Perlo (Cuneo).

Solo pochi giorni fa era stata Coldiretti a lanciare l’allarme: circa 300mila imprese agricole italiane si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza. La siccità sta interessando gran parte dell’Europa: dalla Francia centrale e sud-occidentale alla Spagna settentrionale, fino alla Germania meridionale, ma anche parti significative della Grecia settentrionale e meridionale, della Bulgaria e di parte della Turchia.

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