A Macomer, in provincia di Nuoro, un 45enne di origini sassaresi è stato arrestato in flagranza di reato per sequestro di persona e maltrattamenti. Secondo quanto riportato da fonti locali, gli agenti di polizia del commissariato locale, indirizzati presso l’abitazione dell’uomo dai servizi sociali, avrebbero scoperto che costringeva la compagna a vivere segregata in casa. Immediatamente fermato, l’uomo è stato ora trasferito presso il carcere oristanese di Massama, mentre la donna è stata presa in carico dai servizi sociali e affidata a una casa famiglia in località protetta.

Macomer donna segregata in casa dal compagno: arrestato un 45enne

Sequestro di persona e maltrattamenti. Sono questi i reati contestati al 45enne arrestato a Macomer, in provincia di Nuoro, nel corso di una perquisizione effettuata presso la sua abitazione dagli agenti di polizia del commissariato locale, inviati sul posto per verificare le condizioni della compagna dopo una segnalazione dei servizi sociali del Comune sardo. Da tempo, infatti, la donna non veniva più vista in giro. Giunti sul posto, i poliziotti avrebbero subito capito che qualcosa non andava: arrivando avrebbero trovato gli infissi dell’abitazione sbarrati e legati con il fil di ferro, senza maniglie, e la porta d’ingresso blindata; dall’interno, avrebbero avvertito dei lamenti, quelli della donna, costretta a vivere segregata in casa, senza possibilità di uscire né di comunicare con l’esterno. Gli agenti avrebbero quindi rintracciato l’uomo, originario di Sassari, chiedendogli di aprire la porta di casa e liberando la donna, ancora in evidente stato di agitazione. Preoccupata di eventuali ripercussioni, ci avrebbe messo un po’ a parlare; poi, tranquillizzata dal fermo del compagno, trasferito nel carcere oristanese di Massari, avrebbe raccontato agli inquirenti, aiutata da una psicologa, i sorprusi e le violenze subite per molto tempo. Presa in carico dai servizi sociali, la donna è stata ora affidata a una casa famiglia in località protetta.

Macomer donna segregata in casa dal compagno
Una delle finestre dell’abitazione del 45enne (foto di Ansa).

Condannato a 12 anni e mezzo di reclusione il 27enne romano che teneva una 20enne in un box

È di qualche giorno fa la notizia della sentenza di condanna a 12 anni e mezzo di reclusione per il 27enne accusato di aver tenuto segregata una ragazza appena ventenne, affetta da un lieve disturbo della personalità, ad Anagnina, nel quadrante sud-est della Capitale. Tutto era iniziato nel 2020, quando la giovane vittima, approfittando di un momento opportuno, aveva finalmente trovato la forza e il coraggio di scappare e chiedere aiuto, denunciando le violenze subite per due lunghi anni da parte del fidanzato, di qualche anno più grande di lei. Secondo le sue testimonianze, il 27enne l’avrebbe costretta a vivere per mesi, a partire dal maggio 2018, all’interno di un garage con solo il letto e neanche i servizi igienici essenziali, costringendola a lavorare all’interno di un bar per poter prendere il suo stipendio e spenderlo in scommesse. Due anni fatti di violenze e maltrattamenti, durante i quali la giovane sarebbe stata costretta a mangiare solo avanzi, non più di una volta al giorno (quando è stata liberata era denutrita), a lavarsi per strada con l’acqua delle fontanelle e a non avere contatti con l’esterno, neanche con la sua famiglia. Anni durante i quali si sarebbe ammalata diverse volte, venendo curata con medicine a caso dal suo carceriere; anni in cui avrebbe sopportato qualunque cosa, pur di non vedere il ragazzo vendicarsi facendo del male ai suoi familiari, come lui minacciava. Alla fine Alessandro Cuozzo, questo il nome dell’aguzzino, è stato fermato e giudicato colpevole dalla Corte d’Assise di Roma per i reati di riduzione in schiavitù, maltrattamenti, sequestro di persona, violenza sessuale aggravvata dalla crudeltà, lesioni, minaccia per costringerla a commettere reati.