In Francia cresce la preoccupazione dopo che il reattore di una centrale nucleare è stato spento in seguito alla scoperta di una grave crepa che potrebbe pregiudicare il funzionamento dell’impianto e creare rischi alla stabilità della struttura.
Si tratta di uno dei due reattori della centrale di Penly, situata fra i comuni di Penly e Saint-Martin-en-Campagne, nell’Alta Normandia e gestita dalla multinazionale di Stato dell’energia EDF.
L’azienda produttrice e fornitrice di elettricità aveva fermato l’impianto lo scorso 24 Febbraio una volta appurata la significativa lesione in un circuito di emergenza di un reattore probabilmente legata ad un anomalo intaccamento da parte della corrosione.
Oggi, Giovedì 9 Marzo 2023, il presidente dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare (ASN) di Parigi, Bernard Doroszczuk, ha annunciato, in un’audizione al Senato, che si tratta di un problema serio che non può essere sottovalutato.
“C’è un elemento nuovo in queste ultime settimane che è la scoperta di una crepa di corrosione (su uno dei circuiti del reattore di Penly 1, che ha una dimensione molto importante, visto che è di 23 mm per uno spessore totale di 27”.
La lesione in un tubo di emergenza utilizzato per allagare il reattore con acqua in caso di incidente nucleare desterebbe infatti grande preoccupazione poiché ha raggiunto dimensioni 6 volte superiori rispetto a quanto stimato inizialmente dai tecnici. Secondo il quotidiano regionale Paris Normandie “le tubazioni potrebbero essere state indebolite da un’operazione di riparazione per riallineare i circuiti, al momento della costruzione del reattore”, mentre anni di attività e sforzo di torsione avrebbero portato alla formazione della crepa.
Francia crepa nel reattore nucleare: lesioni evidenziate già a fine 2021
Il fenomeno legato alla corrosione era già stato individuato dalla fine del 2021 in diversi impianti nucleari ma in ogni caso aveva provocato crepe di minore grandezza e tali non destare allarmismi.
Per questo motivo, dalla fine del 2021, Edf ha dovuto chiudere 16 dei 56 reattori su suolo francese e ha già avviato il processo di riparazione che coinvolgerà almeno 10 impianti entro la fine dell’anno corrente.
Il portale francese Coinnasance des Energies ha sottolineato come “queste importanti riparazioni hanno contribuito alla caduta della produzione di elettricità nucleare nel 2022 al suo livello storico più basso, nel bel mezzo della crisi energetica, e ampliato le perdite del gruppo (17,9 miliardi di euro nel 2022). Tuttavia, la Francia è sfuggita alle interruzioni di corrente grazie agli sforzi di EDF per ricollegare i suoi reattori alla fine del 2022”.
Come comunicato da Julien Collet, vicedirettore generale dell’autorità per la sicurezza nucleare, le analisi alla crepa del reattore nucleare di Penly costringeranno a prolungare gli arresti in altre strutture del Paese per effettuare i dovuti controlli, senza tuttavia intaccare la produzione di quelle centrali che non hanno finora mostrato criticità.
“Non ci saranno arresti massicci dei reattori per mesi, ma avrà un impatto in termini di durata degli arresti”.
Gli esperti assicurano che il danno non genererà problemi per possibili fughe di materiale fissile né alcun tipo di rischio agli abitanti locali né alle più popolose Rouen e Le Havre nelle immediate vicinanze dell’impianto, l’interruzione dell’attività di produzione energetica potrebbe provocare riduzioni nella fornitura elettrica nazionale. I due reattori di Penly, entrambi di categoria P4, sono tra i più potenti in Francia e riescono a produrre fino a 1.300 MW.
La principale fonte di produzione di energia elettrica in Francia
In Francia le centrali nucleari sono la principale fonte di produzione per l’energia elettrica: secondo il rapporto annuale della società di gestione della rete di trasporto dell’energia elettrica RTE, nel 2022 il 62,7% di energia elettrica è stata prodotta in questo modo, e la percentuale era ancora superiore negli anni precedenti con un valore del 70%.
Sebbene poi la tendenza europea sia indirizzata all’abbandono di questa modalità di produzione, anche a causa del devastante incidente accaduto alla centrale giapponese di Fukushima nel 2011, la crisi energetica indotta dall’invasione russa dell’Ucraina ha spinto la Francia a non limitare le attività delle centrali nucleari.