In Valle D’Aosta la nuova giunta regionale è composta da soli uomini. Fra i consiglieri soltanto tre donne, nessuna di maggioranza. Le opposizioni insorgono appellandosi all'incostituzionalità della Giunta e chiedono l'intervento del Presidente della Repubblica Mattarella e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il nuovo Presidente Testolin si difende: la giunta è stata costruita con le uniche professionalità disponibili.
All’indomani dell’8 marzo, Festa internazionale della donna, fa scandalo la notizia di una giunta monogenere in Valle D’Aosta. Eppure è così. L'unica ipotesi di correggere minimamente questo squilibrio è data dalla possibile inclusione di una assessora esterna, ma è lo stesso Presidente Testolin a chiudere: "Idea non perseguibile, ho costruito la giunta con le professionalità che abbiamo. Per affrontare la questione ci vuole un altro percorso, va cambiata la norma elettorale".
Il problema nasce effettivamente dalla legge elettorale valdostana. Nell'ultima riforma varata del 2019, la Valle D'Aosta ha inserito un tetto minimo del 35% per la rappresentazione dei due generi nelle liste dei candidati. Per l'elezione della Giunta, tuttavia, non è stata inserita una simile soglia. A questo si aggiunga che il sistema elettorale della Regione prevede che l'elettore indichi con il voto un'unica preferenza, modalità che impedisce di fatto l'equa rappresentazione tra i generi.
Come afferma la costituzionalista Anna Maria Poggi, tuttavia, il principio dell'uguaglianza di genere nelle cariche elettive è chiaramente sancito l'articolo 51 della Costituzione:
Proprio all'incostituzionalità della giunta si appellano le opposizioni. Raimondo Donzel, leader di Area Democratica Gauche Valdotaine, chiede l'intervento del Presidente della Repubblica Mattarella. Silvana Accossato, presidente del gruppo di Liberi uguali del Piemonte, si appella invece alla Presidente del Consiglio Meloni:
La polemica ha raggiunto anche Roma, da dove è intervenuta Laura Boldrini: