Matteo Messina Denaro, imputato come mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, non si è presentato in aula per assistere al suo processo che si celebra a Caltanissetta. La corte ha comunicato che, dopo la rinuncia del mandato del suo legale, il boss non ne ha nominato un altro. Pertanto è stato designato come difensore d’ufficio Calogero Montante. A rimettere il mandato era stata la nipote del boss, l’avvocato Lorenza Guttadauro. In aula era stato predisposto il collegamento audiovideo con il carcere de L’Aquila.
Processo Matteo Messina Denaro, la strage di Capaci e via D’Amelio
Il boss è sotto processo con l’accusa di essere uno dei mandanti della strage di Capaci, l’attentato con cui Cosa Nostra volle colpire il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Il 23 maggio 1992 venne fatta esplodere una bomba composta da 500 kg di tritolo e posizionata sotto un tratto dell’autostrada A29, che collega Palermo con Mazara del Vallo. La bomba venne fatta esplodere alle 17.57 mentre transitavano le tre Fiat Croma blindate del giudice con la sua scorta provenienti dall’aeroporto di Punta Raisi. Oltre al giudice Falcone, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza. La strage di via D’Amelio aveva invece come obbiettivo Paolo Borsellino. L’esplosione di un’autobomba causò la morte del magistrato (amico di Falcone) e dei suoi cinque agenti della sua scorta.
L’arresto della sorella
Nei giorni scorsi, i carabinieri del Ros hanno arrestato Rosalia, la sorella de boss. La donna è accusata di associazione mafiosa, per aver gestito la cassa della famiglia ed essere stata uno snodo fondamentale del sistema di comunicazione del latitante arrestato il 16 gennaio scorso.