Cosa si può comprare con il reddito di cittadinanza? Considerando che il Reddito di Cittadinanza è stato pensato per fornire un aiuto economico per far fronte a situazioni di necessità, è chiaro che le somme erogate possono essere utilizzate solo per l’acquisto di beni essenziali alla persona.
Cosa si può comprare con il reddito di cittadinanza?
Oltre ad effettuare un bonifico mensile in favore del locatore indicato nel contratto di locazione o dell’intermediario che ha concesso il mutuo, la “Carta Rdc” consente di soddisfare tutte le esigenze dei beneficiari, per quanto riguarda i beni essenziali, dunque la carta Rdc può essere utilizzata per:
- per fare la spesa, comprensiva di beni alimentarti, bevande e prodotti per l’igiene personale;
- per acquistare medicinali, per pagare visite mediche;
- per pagare le bollette e le utenze.
Oltre a ciò, si può usare la carta RdC anche per fare benzina, per acquistare elettrodomestici, cellulari, computer, per fare sport o ancora per abbigliamento e per comprare biglietti del teatro o del cinema.
Cosa non si può comprare con la Carta RdC?
Non servirebbe sottolineare che il reddito di cittadinanza non può essere usato per l’acquisto di prodotti superflui alle esigenze personali e soprattutto di prodotti di lusso. Quindi, a titolo esemplificativo, la carta RdC non può essere utilizzata per:
- servizi finanziari, creditizi e assicurativi;
- servizi di trasferimento di denaro;
- articoli di gioielleria;
- articoli di pellicceria;
- armi;
- acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto;
- materiale pornografico e beni e servizi per adulti;
- acquisti presso gallerie d’arte e affini;
- acquisti in club privati.
Cosa cambia con Mia, il nuovo rdc
Misura di inclusione attiva (Mia). Dovrebbe chiamarsi così il nuovo Reddito di cittadinanza allo studio del governo Meloni. La ministra del Lavoro Elvira Calderone potrebbe portare il decreto legge in Consiglio dei ministri già entro un paio di settimane.
La misura si differenzierà a seconda dei destinatari: i “non occupabili” (famiglie povere dove c’è almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile) dagli “occupabili” (famiglie povere con all’interno un componente tra i 18 e i 60 anni di età). L’indennità sarà pari a 375 euro al mese per gli occupabili e 500 euro per i non occupabili, mentre è al vaglio una soluzione circa la quota per l’affitto.
Per le famiglie senza componenti occupabili l’importo della Mia dovrebbe rimanere di 500 euro al mese. L’attuale durata di 18 mesi del Reddito di cittadinanza dovrebbero essere mantenuta ma solo per la prima domanda, per poi scendere a 12 mesi dalla seconda.
Per gli occupabili invece si parla di una stretta, con l’assegno che scende a 375 euro e la misura che non potrà durare più di un anno. Dopo la seconda domanda la scadenza scende a sei mesi e una eventuale terza domanda si potrà avanzare solo dopo una pausa di un anno e mezzo.
Secondo Il Corriere della Sera, ci sarà una stretta anche sul tetto Isee per ottenere il sostegno: dovrebbe passare dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Dovrebbe cambiare anche il requisito temporale della residenza in Italia, che potrebbe scendere da 10 a 5 anni.
Per gli occupabili la riforma, oltre ai centri pubblici per l’impiego, coinvolgerà le agenzie private del lavoro. Che incasseranno un incentivo per ogni persona occupabile per la quale riusciranno a ottenere un contratto, anche a termine o part time.
Per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro sarà creata una piattaforma nazionale sotto la regia del ministero del Lavoro dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro. Basterà rifiutarne una per decadere dalla prestazione.