Sono state avviate il 2 febbraio 2023 le trattative per cercare di giungere, in tempi ragionevolmente rapidi (essendo già segnatamente tardivo l’avvio della contrattazione), al rinnovo del CCNL 2019-2021 per il personale dirigente dell’Area della Sanità, che interessa direttamente la vita lavorativa di 120mila dirigenti medici e di 14mila dirigenti sanitari, ma indirettamente coinvolge la vita lavorativa di tutto il personale del comparto (550mila lavoratori, di cui 270mila infermieri, il cui CCNL è stato rinnovato, sempre tardivamente, il 2 novembre 2022).

Contratto medici, Leoni: “Rendere attrattiva medicina d’urgenza”

La situazione è critica soprattutto per quanto riguarda i settori di anestesia, rianimazione e chirurgia d’urgenza, come ha spiegato ai microfoni di Radio Cusano Campus Giovanni Leoni, Vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Medici:

C’è un abbandono quasi del 50% per quanto riguarda la medicina d’urgenza e la rianimazione. Sono branche collegate ad un’attività molto intensa e dinamica, che coinvolge molto il medico pratico. E’ molto pesante dal punto di vista fisico e intellettuale. Se le condizioni poi precipitano, si cercano altre attività perché la vita è una sola e le resistenze fisiche pure. Bisogna creare le condizioni di lavoro  per far tornare attrattiva questa specialità come tempi di lavoro e di riposo. Hanno chiuso recentemente 111 pronti soccorsi, 100 ospedali, siamo sotto di 3mila unità di personale per quanto riguarda i 120mila. In molti lavorano con i medici a gettone delle cooperative. I giovani che vedono questa situazione non è che siano molto incentivati a scegliere questo settore. Non è che tutti possono fare i chirurghi plastici, ginecologi e cardiologi. Io lavoro ancora in ospedale e nel 50% dei casi i pazienti sono esenti ticket quindi gente che ha bisogno del SSN, non ha i soldi per andare nel privato. Il privato va bene per certe attività, ad esempio la riabilitazione. Però il grosso delle persone che viene negli ambulatori ha bisogno del Sistema sanitario pubblico. Queste persone hanno bisogno di posti letto, che sono stati tagliati sistematicamente nel corso degli anni”.

Sanità post covid

Leoni ha parlato anche dello stato della sanità pubblica dopo la pandemia:

“Eravamo messi malissimo già prima del covid. Il covid ha bloccato tutte le attività non urgenti, differibili. Dall’altra parte ha fatto vedere le carenze del sistema sanitario soprattutto per quanto riguarda la rianimazione. Hanno comprato più apparecchi, ma il personale era sempre lo stesso e quindi ha lavorato il doppio. Adesso ci si dimentica questa situazione, perché è passata la grande paura”.