A sei mesi dalla visita dell’ex speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taipei un nuovo contatto tra Taiwan e gli Stati Uniti potrebbe creare tensioni. Il palazzo presidenziale di Taipei, infatti, ha annunciato che la Presidente Tsai Ing-wen si sta preparando per un viaggio negli Stati Uniti. E che potrebbe incontrare il repubblicano Kevin McCarthy, attuale speaker della Camera. McCarthy ha confermato i piani per un incontro e non ha escluso la possibilità di visitare Taipei in futuro. La Cina si è detta seriamente preoccupata e ha protestato con gli Stati Uniti, chiedendo chiarimenti. Sarebbe il secondo in meno di un anno tra la presidente di Taiwan e lo speaker della Camera degli Stati Uniti. Mao Ning, Ministro degli Esteri della Cina, ha esternato le preoccupazioni del suo paese:

Abbiamo protestato con gli Stati Uniti e chiesto chiarimenti – riporta l’AGI – Nessuno deve sottovalutare la forte determinazione del governo e del popolo cinese a salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale.

Al momento nessuna fonte diretta degli Stati Uniti ha confermato che ci sarà un incontro. Ma l’ipotesi, e la certezza del transito in terra americana da parte della Presidente di Taipei, è stata bastevole ad alimentare la tensione tra Pechino e Washington. Riprova, evidentemente, che la questione di Taiwan rimane il nodo più intricato da sciogliere nelle relazioni con gli Stati Uniti.

Presidente Taiwan in California, il dipartimento americano dà l’ok

Se l’eventuale incontro tra Tsai Ing-wen e Kevin McCarthy rimane una possibilità, è certezza il fatto che la Presidente di Taiwan farà transito in territorio americano. Più nello specifico in California. E, riporta l’AGI, il dipartimento di Stato americano ha già dato il suo ok al transito. Motivando ed alimentando le preoccupazioni cinesi. Ma a Washington importa relativamente ed andrà per la sua strada. Lo confermano le parole del portavoce del dipartimento di Stato

Il transito negli Stati Uniti di alte personalità taiwanesi – ha spiegato Ned Price – è conforme alla politica di lunga data degli Stati Uniti e con le nostre relazioni non ufficiali ma forti con Taiwan.

Price ha usato il termine transito e non visita. Una sfumatura che non è passata inosservata ma che non è bastata, evidentemente, a placare le preoccupazioni di Pechino.

Tensioni Usa-Cina: chi gioca con il fuoco poi si brucia (?)

La visita di Pelosi a Taiwan lo scorso agosto ha rappresentato l’apice delle tensioni tra Stati Uniti e Cina. “Chi gioca con il fuoco si brucia”. Queste le parole, evocative ed esplicative, con cui il presidente cinese Xi Jinping aveva avvertito il presidente americano Joe Biden dei rischi di un incontro tra Taipei e Washington. La Cina ha poi reagito condannando la visita e organizzando esercitazioni militari nello Stretto per sette giorni. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, aveva giudicato sproporzionata la risposta cinese. La Cina ha anche preso misure di rappresaglia, come l’interruzione dei contatti militari e la sospensione della cooperazione nella lotta ai cambiamenti climatici con gli Stati Uniti.

I contatti tra Washington e Taipei si sono intensificati dopo la visita di Pelosi, con il ministro degli Esteri di Taiwan e il consigliere per la Sicurezza Nazionale che hanno avuto colloqui con il vicesegretario di Stato americano. Ed il transito in terra californiana con tanto di potenziale incontro con Kevin McCarthy potrebbe rappresentare l’elemento in grado di colmare la misura. Un gioco col fuoco – per dirla alla cinese – che porterà tutti alle fiamme? America e Cina, nel frattempo, vanno avanti per la propria linea. I primi continuando a dare riconoscimenti al governo taiwanese, i secondi perseguendo il disegno politico della “riunificazione” delle due cine.