Il primo marzo la polizia è entrata in una scuola di Piazza Armerina (Enna), mentre era in corso un’assemblea degli studenti alla quale erano stati invitati a partecipare dei rappresentati dell’associazione ‘Meglio legale‘ per un dibattito sull’argomento legalizzazione della cannabis. E’ proprio quello di cui si occupa ‘Meglio legale‘, che come spiegato sul sito internet ufficiale “è una nuova campagna per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso delle altre sostanze. È un progetto che coinvolge parlamentari e medici, imprenditori e avvocati, giornalisti e semplici cittadini per aprire un dibattito serio e responsabile sul tema“. L’episodio aveva turbato i ragazzi ma anche la preside dell’istituto ‘Majorana-Cascino’, dove si è verificato l’episodio, non solo per essersi trovati difronte ad un’interruzione inspiegabile ma anche perché, come raccontato da alcuni presenti, i poliziotti avevano chiesto le generalità ad alcuni studenti, in particolare ai rappresentanti di istituto. In seguito a quanto successo, era stata richiesta un’interrogazione parlamentare, dal deputato dei 5S Caso, che si è tenuta proprio oggi in Parlamento e a cui ha risposto il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara.
Polizia entra in una scuola, la risposta del Ministro Valditara all’interrogazione parlamentare
Secondo il ministro Valditara la Questura di Enna “ha già precisato con un proprio comunicato stampa che ‘risulta destituita da ogni fondamento la notizia che gli studenti partecipanti all’assemblea siano stati formalmente identificati e che la stessa sia stata interrotta e/o ritardata”. La riunione è ripresa dopo l’intervento della polizia, questo hanno raccontato i ragazzi, ma l’interruzione a quanto pare ci sarebbe stata. Come avrebbe riportato anche Pierluigi Gagliardi di ‘Meglio Legale‘ che stava mostrando, da remoto, delle slides ai ragazzi, quando improvvisamente l’associazione è stata avvisata telefonicamente dagli studenti e dalla preside dell’arrivo della polizia a scuola. Il ministro, nel ricostruire la vicenda, ha aggiunto che “due rappresentanti della Polizia di Stato si sono recati presso l’istituto in argomento” e hanno “interloquito con un docente e con la dirigente scolastica, la quale ha precisato che non sono state poste in essere ulteriori azioni da parte delle Forze dell’Ordine e che l’Assemblea si è conclusa in un clima sereno“. Sull’argomento di cui i ragazzi stavano discutendo durante la riunione ha poi aggiunto: “Chiarito quindi che l’intervento delle forze dell’ordine non ha interferito sullo svolgimento dell’assemblea voglio ribadire il fermo convincimento dell’alto valore educativo della nostra scuola, intesa non solo come luogo di apprendimento, ma anche come comunità all’interno della quale si dispiega il percorso di crescita individuale e collettiva dei nostri ragazzi, ed in cui libertà e autonomia sono valori fondamentali. Voglio affermare con chiarezza che in questo percorso i momenti di confronto offerti dalla scuola costituiscono strumenti di conoscenza e di crescita della personalità, nell’esercizio della dialettica e nel rispetto delle regole del contradditorio: elementi, questi, che sono alla base di quel nucleo di valori che possiamo definire di cittadinanza consapevole”.
L’analisi del ministro Valditara non ha convinto il deputato Caso che aveva presentato l’interrogazione parlamentare, anzi ha battuto il tasto su alcuni concetti politici. “Sono chiare dimostrazioni di come in Italia il clima rischi pericolosamente di cambiare. Quello che avrebbe dovuto dire oggi il Ministro Valditara è che questo Governo condanna qualsiasi azione che possa mettere in pericolo la libertà di riunione, la libertà di pensiero e la libertà di parola. E che la scuola è il luogo nel quale si impara ad essere cittadini liberi. Ed invece da lui solo parole vuote e tentativi di giustificare l’ingiustificabile. Ministro qui nessuno vi chiamerà fascisti. Siamo consapevoli, ed è comunque grave, che assomigliate piuttosto ad un gruppo di bulletti che prova a giocare con le nostre libertà. E glielo dico con il sorriso sulle labbra, noi non ve lo permetteremo”.