Naufragio di Cutro. “Il giorno precedente, cioè la sera del 24 (febbraio) era stato lanciato un mayday. L’ultima comunicazione che c’è stata è delle 4:57 della mattina del 25. L’avvistamento Frontex, del nostro caso, è della sera del 25. Però già il giorno precedente c’è un mayday. Dobbiamo accertare se dello stesso natante che aveva perso la rotta o si era fermato per dei problemi al motore come aveva avuto in precedenza. Oppure se si tratta di un altro natante mai ritrovato. Di cui non si ha notizia”, così l’avvocato Luigi Li Gotti, legale familiari delle vittime del naufragio di Cutro, intervistato da Aurora Vena al Tg Plus di Cusano Italia Tv.

Naufragio di Cutro: parla Luigi Li Gotti, legale dei parenti delle vittime

L’avvocato Luigi Li Gotti, che insieme a un pool di penalisti assisterà i familiari delle vittime del naufragio di Cutro, è intervenuto nello spazio di approfondimento di approfondimento condotto da Aurora Vena.

Nell’occasione del 24, fu lanciato il SAR. Però poi fu abolito perché non è stato rintracciato in natante ma noi non abbiamo notizia di sbarchi – continua l’avvocato. Sparisce qualcosa. Gli accertamenti che stiamo facendo fare dai nostri consulente è che potrebbe trattarsi del medesimo natante. Sicuramente quella sera del 24 che fu lanciato il SAR, cioè il soccorso, a tutte le navi che si trovassero in quel tratto di mare. Ci fu un aereo che andò a controllare che poi stranamente rientrò subito. Uscirono anche degli elicotteri ma rientrarono subito. Poi si dice che si tratti di uno scherzo, qualcuno che aveva lanciato un mayday ma non era vero, mi sembra forse improbabile”.

Il ministro Piantedosi ieri in Aula ha detto che non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso. La strage sulle coste del Crotonese non può essere responsabilità della Guardia Costiera né della Guardia di Finanza ma è stata causata “dal comportamento criminale degli scafisti”.

“Può darsi che ci sia un collegamento e sarebbe molto grave dato che l’affermazione perentoria del ministro degli Interni è stata quella di dire che non c’era una richiesta di soccorso. Sgombriamo il campo da questa argomentazione. Non ci vuole una richiesta di soccorso di fronte all’oggettività di un mare forza 4 che nel corso della notte diventerà di forza 7. C’è un natante che si trovi in condizioni tali per cui anche la Guardia di Finanza che era uscita dice di essere costretta a rientrare per le forti onde. E quel natante viene lasciato invece lì abbandonato. Quindi sgombriamo il campo dal fatto che non sia arrivata nessuna richiesta di soccorso. Può darsi che non c’era il mezzo per farlo ma che significa? Si interviene. Lì c’è un natante con persone segnalate a bordo sottocoperta dal termo scanner, si deve intervenire. Noi questo vorremmo accertarlo fino in fondo perché non è accettabile che un natante, poi per altro, percorre 40 miglia e vada a infrangersi in una secca di sabbia che sicuramente era a conoscenza della Guardia Costiera, perché è la foce del fiume Tacina. Ma se la Guardia Costiera non viene avvisata è chiaro che non potrà nemmeno dare la segnalazione di cambiare rotta di 100 metri. Perché se quel natante si fosse spostato di 100 metri erano salvi tutti”, ha aggiunto l’avvocato.