Era in programma per domani mattina, presso la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, l’arringa di Lorenza Guttadauro in difesa dello zio Matteo Messina Denaro, nell’ambito del processo che vede il boss trapanese imputato per essere uno dei mandanti delle stragi mafiose che, nel ’92, costarono la vita ai giudici Falcone e Borsellino. Ma, secondo quanto si apprende, l’avvocata avrebbe deciso di rinunciare al suo mandato, che avrebbe invece mantenuto per l’assistenza dello zio a Palermo. Pochi giorni fa, i carabinieri del Ros avevano arrestato sua madre, Rosalia, sorella del padrino. La donna, che si occupava della gestione della cassa di famiglia e dei rapporti del boss con i suoi uomini durante la latitanza, è accusata di associazione mafiosa e, per ora, non ha proferito parola.

Lorenza Guttadauro rinuncia a difendere lo zio nel processo per le stragi del ’92

È stata una decisione dell’ultimo minuto, quella presa da Lorenza Guttadauro, la nipote del boss mafioso arrestato a Palermo negli scorsi mesi, che si occupa della sua difesa. A un giorno dall’udienza presso la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta, dove avrebbe dovuto tenere un’arringa in favore del suo assistito, l’avvocata avrebbe infatti deciso di rinunciare al mandato per il processo che vede Messina Denaro imputato per essere uno dei mandanti delle stragi di mafia del ’92, per cui è già stato condannato all’ergastolo in primo grado. Almeno per il momento, avrebbe invece mantenuto la difesa dello zio a Palermo.

La scelta del boss di farsi difendere dalla nipote era arrivata a poche ore dal suo arresto. Da allora, Guttadauro ha fatto una sola uscita in pubblico, parlando delle condizioni dello zio ai microfoni di Rai News 24. “Le condizioni di salute dello zio sono gravi – aveva dichiarato in quell’occasione -. Non credo che una cella possa essere il luogo adeguato per delle cure” e preannunciando così l’obiettivo della difesa: quello di dimostrare l’incompatibilità fra le condizioni di salute del detenuto, affetto da un grave tumore al colon, e il carcere, in modo da provare ad allentare le maglie del 41 bis e far trasferire Messina Denaro.

Arrestata nel frattempo anche la sorella di Matteo Messina Denaro, madre di Guttadauro

Negli scorsi giorni, intanto, i carabinieri del Ros di Palermo avevano arrestato Rosalia Messina Denaro. La donna, oltre ad essere la sorella del boss trapanese, è anche la mamma di Lorenza Guttadauro. Sono in molti a chiedersi se non siano stati proprio gli ultimi sviluppi a pesare sulla decisione dell’avvocata. La donna, detta “Rosetta”, è accusata di assiociazione mafiosa per aver gestito la cassa della famiglia e la rete dei cosiddetti “pizzini”, consentendo al fratello di comunicare con i suoi uomini durante la lunga latitanza. Apparsa davanti al giudice per le indagini preliminari di Palermo per l’interrogatorio di garanzia, non ha proferito parola, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Messina Denaro pizzino
Uno dei “pizzini” trovati nel corso delle indagini dal Raggruppamento operativo Speciale dei Carabinieri, che hanno permesso la cattura di Matteo Messina Denaro (foto di Ansa).

Nelle stesse ore, le forze dell’ordine avrebbero nuovamente perquisito l’abitazione di Castelvetrano, l’ultima in cui Messina Denaro avrebbe vissuto con la famiglia prima della lunga latinanza. La stessa in cui lo scorso dicembre i militari, impegnati a piazzare delle microspie utili alle intercettazioni, avevano trovato, nascosto nell’incavo di una sedia, il famoso appunto sulle condizioni di salute di Matteo Messina Denaro che li ha poi portati al suo arresto. Nel biglietto, scritto a mano, erano segnate visite, operazioni e riferimenti chiari alla patologia del boss. Dettagli che hanno permesso agli inquirenti di mettersi sulle sue tracce, scovarlo e bloccarlo nella clinica di Palermo dove si era recato per sottoporsi a una seduta di chemioterapia.