La Grecia sta affrontando un nuovo ciclo di scioperi di massa e proteste a livello nazionale mentre la rabbia cresce per il peggiore incidente ferroviario del Paese che ha ucciso 57 persone. La scorsa settimana la polizia antisommossa si è scontrata ripetutamente con i manifestanti, anche ad Atene. Il ministero dell’ordine pubblico intanto ha affermato che sono in corso colloqui con gli organizzatori delle proteste per evitare nuove violenze.
Grecia, l’incidente ferroviario che ha sconvolto l’opinione pubblica
Il 28 febbraio un treno merci si è schiantato frontalmente con un treno passeggeri, che trasportava principalmente studenti, vicino alla città centrale di Larissa. L’incidente ha provocato la morte di 57 persone e diversi feriti. Quattordici sopravvissuti sono ancora ricoverati in ospedale.
Un capostazione, che ha ammesso di aver dimenticato di deviare uno dei treni, è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo e interruzione del trasporto ed ora rischia l’ergastolo.
Ma la rabbia dell’opinione pubblica rimane diffusa in Grecia per decenni di cattiva gestione della rete ferroviaria da parte del governo e per l’incapacità di portare avanti le riforme della sicurezza.
Gli scioperi e le manifestazioni di oggi
Oggi i funzionari pubblici greci hanno organizzato un nuovo sciopero di 24 ore insieme a medici, insegnanti, autisti di autobus e equipaggio di traghetti. Le ferrovie rimarranno ferme per l’ottavo giorno consecutivo, poiché i lavoratori ferroviari estenderanno l’azione di sciopero che hanno lanciato all’indomani dell’incidente.
Oltre agli scioperi, sono in corso proteste in tutto il Paese. Dei dimostranti hanno lanciato bottiglie molotov contro i reparti della polizia davanti al Parlamento in piazza Syntagma. Manifestazioni simili sono in corso anche a Larissa e a Patrasso.
Le ripercussioni sulla politica
Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che avrebbe dovuto indire le elezioni nazionali per il 9 aprile, è stato ampiamente criticato per aver dato troppa colpa al capostazione. Intanto, il ministro dei trasporti greco si è dimesso il 1° marzo e Mitsotakis si è scusato con le famiglie delle vittime, si è impegnato a venire a capo di quanto accaduto e si è imbarcato in una raffica di apparizioni pubbliche nel tentativo apparente di placare la rabbia.
Tuttavia, il quotidiano di sinistra Avgi ha affermato che le “vuote” scuse del premier si sono “trasformate in gas lacrimogeni contro le famiglie in una protesta pacifica che chiedeva giustizia e verità”.
Il primo ministro e altri politici hanno quindi sospeso la campagna elettorale sulla scia della tragedia. Ora si ipotizza che le urne potrebbero essere ritardate fino a maggio. La vita politica riprenderà domani dopo un periodo di lutto nazionale, ma il presidente del Consiglio non sembra avere fretta di affrontare la questione delle incombenti urne.
Lunedì, alla domanda su quando Mitsotakis fisserà la data delle elezioni, il portavoce del governo Yiannis Economou aveva risposto:
In questa fase, questo problema non è affatto nella mente del primo ministro.