Irlanda referendum donna. Un referendum per ‘aggiornare’ la costituzione, datata 1937 i cui ancora si parla di diritti e doveri delle ‘casalinghe‘. In Irlanda hanno deciso di indire un referendum per stabilire l’uguaglianza di genere e soprattutto per eliminare alcune diciture considerate decisamente desuete. Sarà deciso dal voto della popolazione, l’abolizione di alcuni riferimenti datati e di sapore tradizionalista rispetto al ruolo “domestico” delle donne tuttora contenuti nella costituzione. Il governo irlandese ha deciso, ci sarà un appello al corpo elettorale perché si pronunci sulla decisione da prendere al riguardo, perché è arrivato il momento di aggiornare la costituzione sul ruolo della donna. Il Paese che ha vissuto recentemente molti cambiamenti sociali nonostante sia profondamente cattolica, ha una Costituzione ormai ritenuta datata, avendo 86 anni (è entrata in vigore nel dicembre del 1937), ed è già stata emendata negli scorsi anni per rimuovere i divieti sull’aborto e permettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ed ora la popolazione è chiamata a modificare gli articoli 40 e 41 in cui si fa riferimento al ruolo della donna all’interno della famiglia. Il referendum, che si terrà a novembre, quindi punta a modificare gli articoli 40 e 41 e in particolare quando viene affermato che lo Stato riconosce che “con la sua vita all’interno della casa, la donna dà allo Stato un sostegno senza il quale il bene comune non può essere raggiunto” e che “le madri non saranno obbligate dalla necessità economica a impegnarsi nel lavoro trascurando i loro doveri in casa”.
Irlanda, annunciato referendum per stabilire la parità di genere ed eliminare vecchi stereotipi sull’immagine della donna
E’ la promessa fatta in occasione della Giornata Internazionale della Donna dal premier di Dublino, Leo Varadkar, simbolo anche a livello personale – in quanto primo capo di governo dell’isola dichiaratamente gay e figlio di padre immigrato – del cambiamento radicale della realtà di un Paese ormai da tempo secolarizzato e non più “cattolicissimo”. “Per troppo tempo – ha detto Varadkar – le donne e le ragazze hanno dovuto sopportare un peso sproporzionato nelle responsabilità di cura” delle famiglie e sono state oggetto di “discriminazioni nelle case come sui posti di lavoro”, fino a dover “vivere con a paura delle violenze”. Emendare la Costituzione da residui ormai “datati”, ha proseguito, aiuterà adesso l’Irlanda a “custodire la parità di genere”. Parlando questa mattina al Palazzo del Governo, Varadkar ha inoltre affermato che “siamo una repubblica incompiuta” fino a quando non ci sarà piena uguaglianza tra uomini e donne. Nell’annunciare il referendum sull’uguaglianza di genere, il governo ha fatto sapere che questo mese istituirà un gruppo interdipartimentale per concordare le proposte.
Chi è Leo Varadkar, il premier Irlandese
Leo Varadkar è il premier irlandese, per la seconda volta consecutiva è salito in carica, come primo ministro in Irlanda, lo scorso dicembre con un passaggio di poteri in linea con l’accordo di coalizione raggiunto nel 2020. Varadkar ha sostituito Micheal Martin come Taoiseach (il capo del governo) in un avvicendamento tra il suo Fine Gael e il Fianna Fail di Martin senza precedenti nella storia irlandese. Dopo aver conseguito la laurea in medicina al Trinity College di Dublino, si è dedicato alla medicina generale, ma ha continuato a impegnarsi in politica e nel 2007 ha ottenuto le elezioni per il Fine Gael a Dublino Ovest. Nel 2015, prima del referendum irlandese che legalizzava il matrimonio tra persone dello stesso sesso, Varadkar si è dichiarato pubblicamente gay. Il suo mandato di Taoiseach è stato oscurato dalla Brexit e dalla pandemia, durante la quale si è registrato di nuovo come medico ed è tornato a lavorare una volta alla settimana, pur continuando a guidare il Paese. A 38 anni è diventato il più giovane Taoiseach del Paese, nonché il primo capo di governo apertamente gay e il primo di origine indiana.