Arrivano le prime reazioni internazionali sugli scontri accaduti in Georgia nelle ultime ore. Ieri, centinaia di manifestanti hanno infatti scatenato una piccola guerriglia urbana davanti al Parlamento di Tbilisi, la capitale, come forma di protesta contro la discussione delle leggi sugli “agenti stranieri”, che rischia di far allontanare il Paese dalla democrazia e dall’Europa, avvicinandosi invece al modello autarchico russo.
Il simbolo del dissenso ha già fatto il giro dei social network, ed è rappresentato dalla donna con la mascherina che sventola la bandiera dell’Unione Europea mentre davanti a lei gli idranti cercano di disperdere la folla.
Secondo l’ultimo aggiornamento, 66 manifestanti sono stati arrestati e una cinquantina di poliziotti sono rimasti feriti. Nei loro confronti vige l’accusa di teppismo, aggressione e resistenza alle forze dell’ordine. Tutto ciò è avvenuto mentre la presidente georgiana, che si è schierata a sostegno dei manifestanti, si trovava negli Stati Uniti.
Scontri in Georgia, leader maggioranza difende diritto interessi nazionali
Scontri in Georgia, le ultime notizie.
Irakli Kobakhidze, presidente del partito Sogno georgiano al governo del Paese, prende posizione a sostegno di quanto accaduto. In un messaggio da lui pronunciato si sottolinea come il Parlamento di Tbilisi abbia agito in totale correttezza, inviato per analisi alla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa il disegno di legge incriminato, approvato in prima lettura. Sempre secondo le sue parole, la discussione in merito riprenderà tra alcuni mesi, quando la Commissione esprimerà il proprio parere.
Lo stesso leader della maggioranza è poi passato al contrattacco, accusando l’opposizione radicale e alcune organizzazioni non governative che, a suo parere, sarebbero finanziate dall’estero per condurre attività antigovernative. La legge altro non sarebbe che “un invito alla trasparenza” su queste donazioni sospette.
L’opposizione politica della nazione caucasica annuncia però l’intenzione di far sentire ulteriormente la propria voce, e denuncia l’uso sproporzionato della forza contro una dimostrazione pacifica. Pare che uno dei leader sia inoltre stato arrestato.
In rappresentanza dell’Unione Europea si è espresso Charles Michel, presidente del Consiglio, il quale parla di “forte preoccupazione di escalation”. Il diplomatico belga ha confermato che l’eventuale approvazione della legge andrà in direzione contraria rispetto al percorso di inserimento nel Vecchio Continente della Georgia, che si è vista respingere la domanda di adesione all’Ue lo scorso giugno.