Sarebbe la gelosia il movente alla base della tragica sparatoria avvenuta ieri in provincia di Latina, dove un carabiniere di 58 anni ha sparato e ucciso un uomo, un direttore d’albergo, ferendo gravemente una donna. Da subito gli inquirenti avevano ipotizzato che il motivo potesse essere di tipo passionale, ma ne avrebbero ora la conferma. Giuseppe Molinaro, questo il nome dell’uomo arrestato ieri poco dopo i fatti, avrebbe infatti ammesso le proprie responsabilità nel corso del lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto oggi in caserma, parlando anche delle motivazioni che lo avrebbero spinto a compiere l’estremo gesto.

Latina carabiniere uccide compagno dell’ex, poi confessa: “Ho sparato per gelosia”

58 anni, Giuseppe Molinaro era in servizio presso la stazione CC di Carinola, nel Casertano, dallo scorso 2022, ma da un po’ era in licenza straordinaria per gravi motivi di salute, a Latina. Qui, nella giornata di ieri, era salito a bordo della sua auto, una Ford Focus, raggiungendo l’hotel “Nuova Seio” nella zona termale di Castelfranco e sparando quattro colpi d’arma da fuoco, tre tra addome e torace e uno sulla mascella destra, contro il direttore dell’albergo, Giovanni Fidaleo, morto sul colpo, e due colpi, uno all’addome e uno all’altezza del seno sinistro, a Miriam Mignano, 31enne dipendente di un’azienda privata con la quale in passato aveva intrattenuto una relazione, nonostante fosse sposato e con due figli.

Per questo, fin dai primi istanti, gli inquirenti avevano seguito la pista passionale, pista ora confermata dall’imputato, in stato d’arresto. L’uomo, interrogato di fronte ai carabinieri del comando provinciale di Latina, avrebbe infatti ammesso le proprie responsabilità, parlando anche delle motivazioni per cui avrebbe sparato. In particolare, sembra che non avesse accettato la fine della sua relazione con la donna rimasta ferita e che fosse geloso del nuovo rapporto intrapreso da quest’ultima con il direttore dell’hotel. Dopo aver sparato, si era allontanato, dirigendosi verso il Casertano; nei pressi di Teano si era fermato a casa di un’amico, raccontandogli l’accaduto e chiedendogli di contattare il 112.

“Ho ucciso due persone”, avrebbe detto all’arrivo dei suoi colleghi, convinto di aver colpito a morte anche la sua ex compagna. Sottoposto a fermo, è ora accusato di omicidio e tentato omicidio. La donna, infatti, nonostante le gravi ferite riportate dopo la sparatoria, si è salvata: dopo le prime cure effettuate sul posto dai soccorritori del 118, era stata trasportata in eliambulanza all’ospedale Gemelli di Roma, dove tuttora è ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata. All’esito degli accertamenti tecnici effettuati sul posto, gli investigatori avrebbero trovato sulla scena del delitto, oltre a varie tracce di natura ematica, la pistola d’ordinanza del militare e i sette bossoli esplosi, ma anche tre frammenti di ogive e una spranga di alluminio.

Tutto sarebbe stato sottoposto a sequestro, assieme all’autovettura di Molinaro, ai filmati delle videocamere di sorveglianza dell’hotel e ai telefoni cellulari del killer e delle vittime. Sarebbero state trattenute anche le armi regolarmente possedute dal militare all’interno della sua abitazione. Elementi che aiuteranno gli inquirenti, nelle prossime ore, a ricostruire con chiarezza le esatte dinamiche dell’accaduto. Fondamentali, in tal senso, saranno gli esami balistici, che consentiranno di accertare la traiettoria dei colpi sparati dal 58enne.

Como carabiniere spara al comandante e lo uccide

Pochi mesi fa ad Asso, in provincia di Como, un altro carabiniere, approfittando della sua pistola d’ordinanza, aveva aperto il fuoco contro un uomo, il suo comandante, Doriano Furceri, uccidendolo e barricandosi per ore all’interno della caserma. Antonio Milia, questo il nome del responsabile, era stato poi arrestato. Anche lui è accusato di omicidio e tentato omicidio, per aver ferito un altro militare. Sembra che, nonostante fosse stato giudicato idoneo al servizio, soffrisse di alcuni disagi psicologici.