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Milano, sulla facciata dell’ospedale Niguarda un murale contro la v…

Un grande murale che abbraccia quattro piani dell’ospedale Niguarda di Milano, con il volto di una donna. Rappresenta il mito di Dafne, la ninfa che non accetta l’amore di Apollo e che per questo viene trasformata in una pianta di alloro, tocca il tema dell’amore non ricambiato.
Una storia antica di come un sentimento non debba mai essere forzato e delle drammatiche conseguenze che possono scaturire dalla mancanza di rispetto per ciò che l’altra persona prova. Il murale intitolato “Corteccia” è stato inaugurato in occasione della festa della donna all’interno, donato dall’Associazione Telefono Donna. L’autore dell’opera, l’argentino Francisco Bosoletti, ha scelto di rappresentare proprio il mito di Dafne, e in particolare di farlo traendo ispirazione dalla famosa e conosciuta scultura del Bernini, per scuoterci dall’abitudine con cui osserviamo alcune scene.

Murale dedicato al mito di Dafne all’Ospedale Niguarda di Milano

 Purtroppo i numeri dei maltrattamenti sono preoccupanti: in Italia questo fenomeno riguarda oltre il 31% della popolazione femminile. Una donna su tre. Esiste la violenza fisica, psicologica, economica, lo stalking. Tutte associate spesso a un forte isolamento e a una chiusura verso l’esterno. Le donne sono reticenti a parlare della loro situazione per vergogna o per paura. Per questo, il mito di Dafne sul muro dell’Ospedale, nella sua potenza e drammaticità, vuole anche ricordare che c’è qualcuno che può venire in soccorso e offrire un rifugio a queste donne. Proprio come Telefono Donna, il Centro antiviolenza che ha permesso la realizzazione di questa opera e che lavora da 25 anni dentro l’Ospedale Niguarda, garantendo un servizio attivo h24. L’Associazione rappresenta un punto di riferimento per tutte coloro che si trovavano in difficoltà, un luogo sicuro in cui aprirsi e trovare aiuto. Si occupa di ascolto telefonico e accoglienza, assistenza psicologica e legale, counseling, orientamento al lavoro e gestisce alcune case di rifugio.


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Emanuela Valente

Sono il direttore di Tag24.it. Fin da bambina respiro “aria di giornalismo”. Grazie alla mia famiglia, a mio nonno e a mio padre, mi innamoro della carta stampata. Inizio a muovere i primi passi con il "Corriere dello Sport", con il quale collaboro per tanti anni, e con "Il Tempo". Nel frattempo mi avvicino alla radio e non la lascio più. Faccio esperienza anche in tv: "Sky Sport" è quella più significativa. Sono giornalista professionista dal 2010.

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