Il ceo di Twitter Elon Musk protagonista di una clamorosa gaffe nei confronti di un dipendente disabile. Il patron di Tesla, recentemente tornato sulla vetta degli uomini più ricchi al mondo, si è poi scusato con Haraldur Thorleifsson, affetto da distrofia muscolare e costretto alla sedia a rotelle, “per non aver capito la situazione”.
Tutto era cominciato quando il dipendente aveva chiesto delucidazioni direttamente a Musk, in merito al suo futuro in Twitter: il manager ha sottolineato di essere in attesa di una risposta sul suo licenziamento da nove giorni, pensando di essere stato inserito in un elenco di duecento persone messe alla porta dalla nota piattaforma. In precedenza, Thorleifsson aveva chiesto anche al responsabile delle risorse umane, non ricevendo alcuna risposta.
Al tweet interrogativo di Thorleifsson, Musk aveva risposto dapprima chiedendogli di cosa si occupasse, poi mettendo in dubbio la sua professionalità in relazione alla sua condizione.
Questo ragazzo, che è benestante, non lavora e rivendica come scusa di avere una disabilità che gli impedisce di digitare con i tasti ma non di twittare.
Dopo le polemiche, però, il miliardario ha voluto subito gettare acqua sul fuoco, scusandosi con il dipendente.
Vorrei scusarmi, mi ero basato su cose che mi erano state dette e che non sono vere.
Chi è Haraldur Thorleifsson, il dipendente disabile di Twitter deriso da Elon Musk
Durante il botta e risposta con il ceo di Twitter, Thorleifsson ha raccontato di convivere con la distrofia muscolare da vent’anni. Si tratta di una malattia degenerativa che, oltre alla ridotta mobilità, gli provoca crampi alle mani legati alla digitazione di tasti e alla scrittura. A conferma della propria testimonianza, l’islandese ha anche allegato una sua foto, raccontando le ripercussioni della sua malattia sulla vita di tutti i giorni.
Io posso scrivere per un’ora o due ma questo non è stato un problema con Twitter, visto che il mio compito era in gran parte aiutare i team a portare avanti il lavoro, dando loro consigli strategici e tattici.
Thorleifsson ha una certa esperienza nel suo ruolo di coordinatore: in passato ha fondato una società di creativi, poi venduta a Twitter nel 2021. Da allora è dipendente dell’azienda di Musk, anche se le sue sorti sono ora sconosciute. Il manager islandese si è distinto per la sua attività nei confronti dei disabili: ha guidato la realizzazione di mille rampe d’accesso a Reykjavik, per permettere la mobilità di chi è costretto alla sedia a rotelle. Per le sue campagne di sensibilizzazione ha ricevuto il riconoscimento delle Nazioni Unite e della presidenza dell’Islanda.
Un autentico scivolone, quello di Elon Musk, che però non è il primo e unico: in passato l’eccentrico imprenditore si era rivolto ad un altro suo ex dipendente, apostrofandolo come un “tragico caso di adulto affetto da Tourette“, sindrome che porta chi ne soffre a movimenti ripetuti e incontrollabili. Un’altra battuta di cattivo gusto, con le critiche nei suoi confronti che si sono moltiplicate: Musk ha persino ricevuto minacce di cause legali per i suoi tweet, ma a chi in passato lo ha interrogato sul suo uso dei social media si è difeso così.
Guardate, lo so che a volte dico o posto cose strane, ma è semplicemente che il mio cervello funziona così.